Austria Vienna – Milan 1-5: non è solo il modulo…
Io sono stato tra i primi a inveire contro Montella domenica dopo la sconfitta con la Lazio. Non per maggiore competenza sia chiaro, solo per tempismo di pubblicazione.
Quello che maggiormente balza agli occhi ai più nella trasferta di Vienna sono il modulo di gioco e gli uomini in campo. La prima grande differenza a mio avviso invece è la determinazione. Pressing a tutto campo, come nei primi 15 minuti di Roma, ma palla che gira molto più velocemente con giocatori che si muovevano facendosi trovare liberi e pronti. Certo, l’Austria Vienna non è la Lazio, però gli austriaci hanno corso, almeno come il Cagliari, senza prenderla mai. La differenza rispetto alla Lazio è che dopo 10 minuti il risultato era 2 a 0. Quella rispetto al Cagliari che il Milan non si è fermato dopo il gol del vantaggio.
Chiamiamola “aria d’Europa” oppure orgoglio dopo la scoppola, di fatto la prestazione è stata convincente. Se si gioca a uno o due tocchi che si stia a tre, quattro o cinque dietro il risultato non cambia!
Il primo gol nasce da una palla recuperata da Kalinic a centrocampo. Ripartenza veloce e doppio scambio con Calhanoglu che dimostra il talento del quale si parla tanto con tiro forte all’incrocio. Da due verticalizzazione arrivano il raddoppio e il terzo gol entrambi di André Silva. Già ottima l’intesa del portoghese con Kalinic.
In avvio di ripresa inaspettato il gol dell’Austria Vienna su colpo di testa conseguente a calcio d’angolo. Purtroppo ci è toccato avere in campo Zapata che si è perso Borkovic, autore del gol.
Il gol subito non ha acceso nessun campanello d’allarme e il Milan ha continuato a giocare come se niente fosse. Su imbeccata di Kessie arriva il quarto gol, ancora di Silva. Il 9 rossonero non è solo glaciale a tu per tu con il portiere, ma viene incontro, scambia con i compagni, fa salire la squadra prendendo falli e poi attacca la profondità. Avete presente Bacca? Ecco, l’opposto!
A 30 dalla fine Montella manda in campo Suso e Bonaventura per Kalinic e l’ammonito Kessie. Lo spagnolo segna subito il quinto gol con tiro da 30 metri. 10 minuti dopo Musacchio sostituisce Romagnoli dimostrando che si sarebbe potuto giocare a tre anche senza l’ex Roma disponibile… ahi, ahi caro Montella…
Veniamo quindi al modulo. Giocando a tre dietro aumenta la densità a centrocampo e, con giocatori che sanno cosa fare con il pallone, è un bene. Si gioca a passaggi corti piuttosto che a “sciabolate” per usare un termine caro al collega Piccinini. Abate e Antonelli non sono mai arrivati sul fondo per crossare, probabilmente con Conti e Rodriguez sarebbe stato diverso. All’inizio i due esterni sono stati anche poco presenti in fase difensiva salvo poi conformarsi al modulo con il passare dei minuti. In fondo loro a tre hanno giocato veramente poco. Per quanto riguarda la fase offensiva abbiamo visto due punte, Kalinic e Silva, e lo schema a un solo attaccante con i due trequartisti, Suso e Bonaventura. Per me differenza pari al giorno e la notte. Molto meglio due punte vere con i difensori a doversi preoccupare che una sola punta che deve lottare per trovare gli spazi.
Ultimo, ma non da meno, gli uomini. Quelli in campo questa sera hanno dimostrato la validità del mercato estivo. Nessuno preso a caso. A mio avviso gli 11 iniziali, con Musacchio, Conti e Rodriguez al posto di Zapata, Abate e Antonelli, dovrebbero essere la formazione titolare. Si può pensare a Suso o Bonaventura al posto (a turno non insieme) di qualche centrocampista. Gli altri, Calabria, Antonelli, Locatelli, Borini, Cutrone e company, ottime alternative.