Seb, Kimi e un’ottava per Gilles
Uffa!
Trentasei ore, o quasi, spese a rispondere su Sky e su Radio 24 e per strada e al bar e persino davanti a una chiesa alla stessa domanda.
L’incidente di Singapore! Chi è il colpevole?
Naturalmente io confermo al mille per mille le cose che ho scritto nel post precedente.
Provo sincera compassione per talune opinioni strampalate, ma non importa.
Confermo anche quanto ho già avuto modo di segnalare in questa sede in altre occasioni. Invoco il rispetto della buona educazione da chi frequenta casa mia. Altro non aggiungo, se non che ogni limite ha una pazienza (Totò).
Alla fine della fiera, ho incontrato Emilio Rentocchini.
Immagino non lo conosciate, sappiate solo che è un poeta e il Corriere della Sera lo ha definito l’erede di un signore che si chiamava Eugenio Montale.
Mi ha detto: dopo aver visto gli occhi di Seb e Kimi nel post gara di Singapore ho scritto un’ottava. E’ dedicata a Gilles, ma vale anche per il presente.
La parola chiave è l’ultima.
La pubblico qui, per gentile concessione dell’autore, in doppia versione. La prima è in italiano, per tutti. La seconda è in sassolese, il dialetto della mia terra.
Si intitola ‘A Leo’ e a saperla leggere spiega come si sono sentiti, quelli come me, alle 14,05 o giù di lì di domenica 17 settembre 2017.
“Chi ha messo tre autovelox a Maranello
prendendo in giro la storia di una città
per dirla come va detta, è un bell’uccello.
Io non so cosa sia la velocità
ma quando vedevo Gilles sul primo canale
togliersi il casco, come un bimbo dallo sguardo spaesato,
velocità mi sembrava nostalgia
e Gilles un orfano che ha negli occhi la sua famiglia”.
E adesso la versione in dialetto.
“Chi ha mess tri autovelox a Maranel
tuland in gir la storia d’na sitè,
per dirla com as dis, l’è un bel usel.
Me an so mea dir cs’a sia velocitè
ma quand a vdiva Gilles sul prem canel
cavers al casco, un cin dal sguerd spaesè,
velocitè l’am pariva nostalgia
e Gilles n’orfan ch’l’ha int i soc la so famia”.