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Se l’aria condizionata funziona quando fa freddo

Sono a casa con l’influenza. Cose di stagione, dirà qualcuno. Ma non è così. Mi sono ammalata in treno, il Malpensa Express su cui salgo ogni mattina alla stazione di Ferno e dove trovo l’aria condizionata non solo in funzione ma anche (mi pare) al massimo. Alla fine io e altri infreddoliti passeggeri ci siamo decisi a dirlo al capotreno. La risposta è stata: «Quando il treno sarà pieno, non ve ne accorgerete». Ci si lamenta dei costi, ma non è un costo (e perdipiù elevato) mantenere in funzione l’impianto di condizionamento anche quando non sarebbe per nulla necessario?
Angela, Cardano al Campo (Varese) 

 

L’estate sta finendo, cantavano tanti anni fa i Righeira. È terminata da pochi giorni anche questa pazza estate, prima soffocata dall’abbraccio afoso di Lucifero, poi percorsa da brividini di fresco-freddo. Che sia stata questa vorticosa, imprevedibile alternanza climatica a spiazzare chi regola gli impianti di climatizzazione sui treni? Alla nostra lettrice, oltre a un doveroso e immediato augurio di pronta guarigione, vorremmo dire che neppure il capotreno vive in uno stato di isolamento termico. Vedrà che se persisteranno a bordo condizioni di ipotermia (leggi freddo) non potrà non accorgersi a sua volta e prenderà tutti gli opportuni  provvedimenti.

La lettrice non ci giudichi banali o troppo consolatori, ma anche un periodo di sosta forzata può avere  qualche lato positivo. Un po’ di riposo, anzitutto, niente sveglia, niente corse affannose per raggiungere la stazione, niente stress, niente ansia. A seguire quella che potremmo definire riappropriazione della casa. Noi pendolari trascorriamo davvero poco tempo fra le pareti domestiche. Andiamo allora a “scoprire” la nostra abitazione. Troveremo piacevoli sorprese. Un album di vecchie foto, da riguardare con un sorriso di tenerezza. Quel libro sperduto nello scaffale, quella volta lo avevamo cercato troppo frettolosamente, non lo avevamo trovato: adesso è qui e sembra dirci «leggimi». Un buon film. Buona musica, di quella che fa bene allo spirito. Una telefonata all’amico o all’amica che non sentivamo da tempo e che ci farà piacere ritrovare. Un quadretto troppo idilliaco? Ma no. Può essere anche una esperienza di un certo fascino. Lo diciamo anche per esperienza personale.

Questa estate 2017, così singolare e contraddittoria, ci ha portato qualche piacevole novità. Ne ricordiamo soltanto una. Entro l’anno saranno 18 i nuovi treni a essere immessi in servizio. Si aggiungeranno ai 58 convogli varati dalla seconda metà del 2014 a tutto il 2016: in tutto 76 nuovi treni. Una volta ultimati questi arrivi,  il 40 per cento dei convogli di Trenord avrà ancora un’età media di 35 anni. Per rendere possibile un ulteriore svecchiamento, Trenord ha allestito un massiccio piano di investimenti per nuovo materiale rotabile, condiviso dalla Regione Lombardia.
gabrielemoroni51@gmail.com