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Milan: sbollita la rabbia è tempo di riflessioni

Il giorno dopo la sconfitta nel derby, passato il nervoso per l’ennesima sconfitta, si può riflettere con maggior lucidità.
Montella ha sostenuto che partite giocate come quella con la Roma, con la sconfitta nata da un rimpallo, o con l’Inter, dove il Milan ha giocato meglio, non si perdono quasi mai. Si è trattato di casualità perché un pareggio e una vittoria sarebbero stati risultati più giusti.
È vero che i numeri difficilmente sbagliano e così, quelli di ieri sera raccontano di un maggio possesso palla, più tiri dei rossoneri e un secondo tempo che lascia rammarico per la buona prestazione dei ragazzi. Però c’è un numero impietoso: quello della differenza tra reti fatte e subite. Questo recita sconfitta, senza possibilità di replica.
Montella si appella a un rigore dubbio? Può aver parziale ragione perché se la trattenuta dell’ingenuo Rodriguez è indiscutibile è altrettanto vero che l’intensità della stessa lascia più di un dubbio.
Il Milan ha segnato due gol alla miglior difesa del campionato, subendone però tre a conferma, se mai ce ne fosse bisogno, di una difesa simile a un gruviera. Non è il solo Bonucci, anche se l’ex Juve ha non poche responsabilità. La difesa della Signora senza di lui pare funzionare poco ma anche lui senza i due ex compagni sembra spesso in balia degli eventi. Montella deve indiscutibilmente ripartire dalla difesa e tenere nella squadra lo spirito del secondo tempo.
La motivazione infatti è il secondo tallone d’achille della squadra. Qui non si tratta di rodare i meccanismi o creare gruppo, si tratta di mettere gli attributi che, siccome la rosa è giovane, dovrebbero quasi essere automatici. Forse anche con un Conte o Mourinho in panchina si sarebbe perso ma certamente l’impegno sarebbe stato diverso per tutti i 90 minuti e non solo 45. Troppo spesso gli approcci alle partite sono stati sbagliati o i cali di tensione arrivati inaspettati.
Nessuno recrimina per la sconfitta di ieri però è un dato di fatto che nelle 8 gare di campionato siano arrivate tre sconfitte contro pretendenti dirette alla zona Champions (Lazio, Roma e Inter), una con una squadra sulla carta meno forte (Sampdoria) e quattro vittorie contro squadre che in questo momento occupano le sei ultime posizioni inclassifica. Inoltre le vittorie non sono state roboanti bensì sofferte.
Altro discorso in Europa League, dove però i vacillamenti si sono visto in casa con il Rijeka. Non vorrei che, viste le difficoltà in campionato, ci si illudesse di raggiungere la Champions attraverso l’Europa League. I tempi delle “notti europee” sono lontani e il rischio troppo elevato.
Ora serve lavoro e soprattutto la mentalità da “secondo tempo” nel derby. È necessaria una striscia di vittorie a partire da giovedi dove si deve chiudere il discorso qualifica in Europa.