Blog Quotidiano.net

Blog Quotidiano.net

I blog degli autori di Quotidiano.net, il Resto del Carlino, La Nazione ed Il Giorno online

di

“Sul treno ho trovato la mia anima gemella”

Viaggio in treno da più di trent’anni, se considero anche il periodo universitario, e fra poco dovrò smettere il saliscendi quotidiano perché il pensionamento incombe. Beh, devo dire che mi dispiace. Viaggiare in treno mi ha fatto incontrare la compagna della mia vita, mi ha dato emozioni, amicizie, affetti che sono rimasti nel tempo e fra poco anche ricordi belli. Dovrei dire, a questo punto, “grazie treno”. Nonostante fatiche, disagi, tempi morti e quindi perduti, il bilancio è in attivo. Buona continuazione a chi rimane. Andrea, Gallarate (Varese)

Per ragioni di spazio siamo costretti a sintetizzare la mail di Andrea, ce ne dispiace e ce ne scusiamo con l’interessato e con tutti i nostri lettori. Ecco i passaggi che si sembrano più significativi. «Ho conosciuto mia moglie ai tempi dell’università, matricole entrambi anche se iscritti a facoltà diverse. Fin dai primi viaggi avevo notato quella ragazzina minuta, carina, silenziosa, riservata, che quasi non alzava la testa dai libri. Un giorno è successo e il suo sorriso mi ha subito conquistato. Ho fatto in modo di conoscerla e da allora non ci siamo più lasciati. In seguito, abbiamo continuato a spostarci insieme in treno per le rispettive occupazioni, per il lavoro. Lo stesso convoglio allo stesso orario all’andata e al ritorno. Ho saputo che era in cammino il primo bambino un venerdì, al ritorno dell’ultimo viaggio della settimana. A distanza di poco tempo è arrivato anche il secondo. Appena si sono fatti un po’ grandini, abbiamo incominciato a portarli in treno con noi. Capitava che li lasciassimo a Milano dagli zii, che ce li riconsegnavano in serata o anche la sera dopo. E ogni volta ascoltavamo i loro racconti, pieni di stupore e di entusiasmo, per le tante cose belle che avevano visto nella grande città. In breve erano diventati le mascotte dello scompartimento, gli altri viaggiatori avevano occhi e orecchie soltanto per loro. Quando i ragazzi sono approdati all’università, ci siamo ritrovati in treno tutti e quattro. Era bello immaginare le nostre giornate all’andata e fare poi il bilancio la sera. Tante ore che così non sono andate perdute al dialogo fra di noi, alla vita di famiglia. Ore preziose, impagabili. Ripenso a tutto il passato con grande tenerezza e anche con un po’ di rimpianto, ma un rimpianto dolce, perché sono sempre stato consapevole che c’è un termine a tutto. Ecco perché dico e dirò sempre grazie al treno». Possiamo soltanto ringraziare Andrea per quanto ci ha voluto scrivere nella sua mail, per la sua testimonianza. Quanta poesia esce da queste righe. Una poesia che non nasce da una fantasia astratta, ma dalla vita di ogni giorno e dunque anche dalla vita in treno, che tante parte ha avuto nella quotidianità di una famiglia di pendolari.
gabrielemoroni51@gmail.com