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Legge Harlem, è scontro. Il Comune di MIlano valuta se applicarla

È BUFERA politica, dopo l’approvazione in Regione della cosiddetta legge Harlem. Per il vicepresidente della Lega Andrea Gibelli, che l’ha proposta, una vittoria che «metterà ordine in Lombardia tra kebab, centri massaggi e negozi etnici». Per il centrosinistra, un provvedimento più che iniquo. «Populista e razzista» lo bolla Luca Gibillini di Sel, «provvedimento di basso e banale marketing ideologico» per Gabriele Sola dell’Idv, mentre per Arianna Cavicchioli del Pd si tratta di una legge che «va contro la libera concorrenza, cosa ancora più grave considerato che siamo alla vigilia dell’Expo». Soprattutto Gibillini chiede che il Comune di Milano non la applichi. Prende tempo l’assessore al Commercio di Palazzo Marino, Franco D’Alfonso: «Dobbiamo leggere il testo di legge non ancora pubblicato, vedremo. Comunque tengo a sottolineare che, dove c’è degrado, noi già interveniamo». Il Comune di Milano ha infatti già istituito l’albo dei centri massaggi e imposto la presenza di professionisti ovunque. «Le opposizioni a Palazzo Lombardia dimostrano ancora una volta di essere partiti politici fuori dal mondo» tuona Gibelli. «Usano solo vecchi slogan. Che non abbiano capito la legge è evidente già dagli sdentati ordini del giorno che hanno presentato, mettendo ancora una volta sul tavolo il tema dell’integrazione. Ma per loro integrazione vuol dire permettere tutto a tutti. In realtà questa legge permette a tutti di essere sullo stesso piano, impedisce le rendite di posizione e l’autoghettizzazine tipica di chi non si vuole integrare».
Per Gibelli e il Carroccio lombardo, il fatto che chi voglia aprire un’attività debba avere un reddito minimo, debba parlare italiano e abbia l’obbligo di esporre le indicazioni sui prodotti in lingua italiana, così come altre norme, dovrebbero garantire la qualità dei servizi offerti. «In troppe vie — dice il vicegovernatore lombardo — ci sono insegne solo in cinese e non si sa che cosa avviene in quelle attività commerciali». Quanto alle opposizioni le liquida così: «Vecchi schermi, stanno cercando di individuare nella Lega un nemico. Comunque saranno i Comuni a decidere se favorire o meno l’inserimento di criteri a cui tutti si dovranno adeguare».