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Zamparini sfiducia Beretta: e Unicredit toglie il fido al Palermo. Monti spazzi via questo sistema

Dal sito del Palermo Calcio: “Il presidente Maurizio Zamparini e i tifosi del Palermo ringraziano la Banca Unicredit per la grande fiducia dimostrata togliendo il fido di due milioni e mezzo a suo tempo concesso.

 Quanto sopra risulta strano per una banca fortemente interessata ad un’altra squadra di serie A. Tanto strano anche in virtu del fatto che il nostro presidente Beretta, di cui abbiamo chiesto le dimissioni, è un alto funzionario della Banca Unicredit.

Per i tifosi che volessero esprimere il loro disappunto:
fax: 02.88.62.83.02 e mail : AG00200-FPMI@unicredit.eu”

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Il 25 agosto 2009, Maurizio Beretta è stato eletto presidente della Lega Calcio.

Dal 1º luglio 2010 ha assunto la guida della Lega di Serie A. Dal 14 marzo 2011, Maurizio Beretta è il responsabile della struttura Identity and Communications di UniCredit, azionista di minoranza della Roma.  Aveva annunciato che avrebbe lasciato la presidenza della Lega Serie A.  non appena si fosse trovato un sostituto.

E’ passato ancora un anno e Beretta è ancora lì. Nel frattempo, la Lega di serie A si è già consegnata alla storia del calcio italiano per la disgraziata gestione del calendario 2011-2012; per non avere dato un contributo minimo alla soluzione del problema degli stadi, autentica vergogna nazionale;per avere asservito mani e piedi il calcio italiano alle tv,  svuotando gli stadi sempre più deserti, sempre più infrequentabili;  per le continue, furibonde liti  fra presidenti in materia di ripartizione dei diritti tv; per avere subito la farsa del presunto sciopero dei calciatori, presunto in quanto la prima giornata è stata recuperata il 21 dicembre, naturalmente in notturna.

Potremmo andare avanti per ore. Poi succede che, finalmente, otto club di A  ( Bologna, Cagliari, Cesena, Inter, Lecce, Novara, Palermo) si decidono e all’ordine del giorno della prossima assemblea pongono la questione delle dimissioni di Beretta.

Curiosamente, qualche giorno  dopo la mossa del Palermo e delle altre sette ribelli, Unicredit sospende il fido al club rosanero, come denuncia Zamparini.  Di certo è una coincidenza casuale: alzi la mano chi si permette di cogliere un nesso fra le due vicende e chi lo coglie è un malpensante o un parente di Zamparini. Noi che non siamo né in malpensanti né parenti di Zamparini, esprimiamo la più grande solidarietà e una smisurata simpatia al presidente e ai tifosi del Palermo.

Non è un evento casuale, invece, ma un enorme, gigantesco caso l’implosione della classe dirigente del calcio e dello sport italiano che deve essere mandata a casa il più presto possibile.  A cominciare dal presidente del Coni, testè legnato da Monti con la sacrosanta bocciatura della candidatura di Roma 2020, proseguendo con il presidente della Federcalcio, in attesa che la Lega volti pagina.  

Se il governo italiano riesce a far pagare l’Ici persino al Vaticano, è tempo che si concentri anche sulla gestione dello sport e commissari Coni e Federazione. Un altro sistema deve essere possibile in questo bellissimo Paese, grande potenza  dello sport mondiale che ha bisogno di uomini nuovi, di manager preparati e competenti, di liberarsi dei burocrati che lo opprimono.