Aiutiamo il popolo ferito dalla neve
Un mio articolo su Il Resto del Carlino di sabato 18 febbraio 2012 sul dopo nevone nelle Marche e in Emilia Romagna che la lasciato danni ingentissimi.
QUESTA GENTE ha bisogno di aiuto. Questa gente sta affrontando uno tsunami bianco di proporzioni gigantesche. Questa gente rischia di essere dimenticata e noi non vogliamo che sia dimenticata. Sono passati 18 giorni dal primo ‘nevone’, ora il tempo si è placato, ma la conta dei danni è impressionante, nelle Marche e in Emilia Romagna, così come sono impressionanti le foto che vi proponiamo in questa pagina. I numeri di questo mezzo cataclisma sono da paura: 18 morti (e in qualche modo c’entrano neve e gelo), 67 persone isolate ormai da tre settimane e isolate vuol dire che non possono uscire di casa e che nessuno può andare a casa loro. Gente fuori dal mondo, in grado di comunicare solo grazie ai telefoni e ai computer (quando funzionano). Non siamo in Africa ma qui da noi, dentro di noi, nelle civilissime Marche ed Emilia Romagna: da Urbino a Cesena, da Pesaro a Rimini.
E qualcuno deve aver sbagliato per forza se siamo ancora in queste condizioni. Poi ci sono 378 uomini e donne evacuati, costretti cioè — ormai da giorni, settimane — a vivere fuori dalla loro abitazione e chissà quando e se potranno tornare a casa. Un’infinità di palazzi e casolari di campagna sono stati danneggiati, i tetti crollano uno dietro l’altro, insieme alle grondaie che cadono a pezzi, così come alcune chiese. Tutta l’arte trema. Cominciano a scattare allarmi valanghe, la neve si sta sciogliendo e quando ci sono tre metri di coltre bianca uno si chiede: chissà cosa succederà. E vogliamo parlare dell’economia? E’ in ginocchio, oltre 440 aziende sono state gravemente danneggiate dalla neve e la stima è certamente in difetto. Qualcuno ha già alzato bandiera bianca, qualcuno rischia di farlo a breve termine. Questa gente ha bisogno di aiuto: ripeteremo fino alla noia questo ritornello. E la politica — da Bologna ad Ancona, arrivando fino a Roma — porti rispetto, aiuti e soldi a questo popolo ferito.