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Il tabù del pedalò

Non c’è una foto che accenda la fantasia, non c’è un luogo che possa essere elevato a simbolo. Non c’è un Prodi alla guida della Croma familiare diretto verso il casale di Bebbio. Non c’è un Berlusconi a passeggio tra le giovani ninfe e i vecchi cactus di Villa Certosa. Non c’è un D’Alema baciato dal sol dell’avvenire al timone di Ikarus.  Nulla resterà, quest’anno, delle vacanze dei politici perché poco resta della politica e in epoca di recessione è consigliabile volare bassi. Niente aerei per tratte intercontinentali, niente resort di lusso, niente barche, niente ville. Pare brutto, quando il popolo tira la cinghia. L’ultima frontiera della vanità, oggi, consiste nell’esibire una rinuncia. E dunque, come il gesuita Francesco si fa francescano e gira in utilitaria per far dimenticare lo sfarzo cardinalizio-vaticano, così i leader politici italiani si degradano a travet concedendosi vacanzine mordi e fuggi per far dimenticare l’accusa d’esser Casta. L’ipocrisia, del resto, è sempre stata una categoria della politica. Così fan tutti, in effetti: dal francese Hollande allo spagnolo Rajoy, vacanze brevi, austere e rigorosamente in patria. Perché l’antipolitica incalza, l’Europa vacilla e le nazioni si risvegliano: sconsigliabile e diseducativo, pertanto, andare a spendere soldi all’estero. L’ha invece fatto Angela Merkel. Ma era in Alto Adige, che certo considera «un pezzo di Germania», e comunque trovandosi alla guida dell’unico paese europeo che s’è davvero avvantaggiato dalla crisi, lei è sola a potersi permettere una piccola deroga all’autarchismo imperante. Noi italiani, no. Noi cicale d’Europa siamo tenuti ad ostentare uno spirito da formica. Perciò, vacanze? Giammai! Nessuna ‘vacazio’, nessuna sosta, nessuna tregua dal lavoro. E nessun luogo che possa essere simbolicamente eletto a buen retiro dell’élite politica oggi al governo. C’è la Toscana, certo. Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio… E’ lì che sono stati avvistati Matteo Renzi e sparuti esponenti della nouvelle vague renziana. Ma si tratta, appunto, di avvistamenti. Brevi apparizioni in rapida dissolvenza. Miraggi, praticamente. Ovviamente, premier e ministri si sono palesati al massimo a cavallo d’una bicicletta, che già il pedalò viene oggi considerato uno sfoggio eccessivo.