“La legge è uguale per tutti, ma secondo voi questa multa sul bus era giusta?”
Ecco il racconto di una signora convinta che a suo padre sia stata comminata ingiustamente una multa dell’Ataf. Voi cosa ne pensate?
Gentile Dottoressa ancora una volta mi permetto di disturbarla in merito ad un fatto che mi ha profondamente amareggiata. Per meglio capire la situazione kafkiana mi permetto rapidamente di riepilogarle i fatti.
Nel 2011 a mio padre, O.G., su un autobus dell’ATAF venne comminata una multa perchè, pur in possesso di regolare tesserino da 4 corse, non era riuscito, data l’affluenza di viaggiatori a raggiungere la macchinetta e a obliterarlo. Mio padre aveva anche regolare abbonamento annuale ma, essendo scaduto da 1 giorno, aveva acquistato il biglietto da 90 minuti. All’epoca mio padre oggi purtroppo deceduto era affetto dai postumi di un grave incidente, munito di stampella ed era (pur a sua insaputa) malato terminale di cancro. Al controllore che gli notificava la multa faceva presente la situazione spiegando che, data la calca sul bus, e mantenendosi in precario equilibrio, non aveva avuto l’agilità di vidimare. Nonostante questo gli veniva notificata la multa. Al ritorno a casa mio padre molto amareggiato, malato, ma tuttavia ancora assolutamente capace di scrivere una memoria la inoltrava all’ATAF segnalando l’accaduto e spiegando che non voleva assolutamente fare il furbo, conoscendo bene i doveri di ogni viaggiatore (tra l’altro mio padre aveva prestato servizio per oltre 43 anni nella Polizia Tributaria della GdF).
Dopo alcuni mesi è comunque arrivata a casa, maggiorata, la multa da pagare e mio padre, col mio aiuto, ha presentato, come previsto dalla prassi, ricorso in opposizione a sanzione amministrativa al Giudice di Pace (pagando le tasse previste in merito). Il giudice di Pace trascorsi ancora vari mesi ha dichiarato inammissibile l’opposizione ma noi non abbiamo mai ricevuto la sua notifica. Nel 2012 mio padre muore. A luglio di quest’anno (2014), trascorsi 3 anni, e quando ormai avevo dimenticato la vicenda (le assicuro che dopo la sua morte sono stata occupata, o meglio travolta, da troppi problemi!!) a luglio insomma ricevo 2 raccomandate con le quali mi si chiede di pagare 414,40 € entro 30 gg. dalla notifica. Inizialmente preparo tutta la documentazione per fare un’altra opposizione al Giudice di Pace, ma poi rifletto tristemente sui 37 € da versare insieme all’opposizione, sul risultato quasi scontato e decido di non fare niente. E vengo alle mie conclusioni.
Quotidianamente utilizzo i mezzi pubblici per spostarmi in città, con regolare biglietto ecc., ho assistito alle più varie situazioni, con molti portoghesi che alla vista dei controllori scappavano e ritengo che un buon dipendente (in questo caso il controllore dell’ATAF) così come un buon amministratore (sempre dell’ATAF) debba agire e comportarsi cum grano salis, discernendo le varie tipologie di viaggiatori e capendo se non aver obliterato il biglietto denoti menefreghismo e tentativo di truffare l’azienda dei trasporti o semplicemente difficoltà a timbrarlo.
Qualcuno potrebbe obiettarmi e mi sembra di sentirlo ” ma come suo padre così malato viaggiava da solo e per giunta su un mezzo pubblico?”, famiglia incosciente.
Mio padre era ignaro della gravità della sua situazione e noi, famiglia (figlie, moglie) volevamo che vivesse una vita “normale” per quel poco tempo che gli restava. E’ un delitto? Peraltro per ogni sua altra necessità di spostamento io lo accompagnavo con la macchina (era titolare di contrassegno invalidi) e per meglio stargli vicino ho anche perso il mio lavoro presso l’ANT, Associazione Nazionale Tumori !!!!
Penso con preoccupazione che tra poco mi arriverà un’ingiunzione di pagamento dall’ATAF (o da un ente preposto) ed io dovrò anche cercare di rateizzare la somma che negli anni è spaventosamente aumentata e che, a un pensionato o ad una famiglia normale come la mia, che vive di lavoro, poco talvolta, ed è ligio ad ogni pagamento di tasse ecc. , appare come insormontabile (oltre 400 €).
L’amministrazione dell’ATAF si metta una mano sulla coscienza e verifichi se, per far cassa, si debbano tartassare o “punire” i cittadini che spesso sbagliano senza dolo, come nel caso di mio padre.
Dott.ssa T.O.