Violenza donne: perché servono altri uomini
TUTTI I GIORNI leggiamo di stupri, femminicidi, minacce e ricatti a donne che avvengono nel mondo ( e anche purtroppo nel nostro Paese) e sembra quasi che ci stiamo abituando. Poi arrivano le «feste comandate» (come quella del prossimo 25 novembre) e tutti si sentono in dovere di darci la propria ricetta. Non sarebbe meglio, invece di riflettere per un giorno l’anno, di cambiare atteggiamenti tutto l’anno?
Angela Pistelli, Milano
QUANDO PASSA qualche giorno e non sentiamo notizie di donne uccise dagli uomini non sappiamo se rallegrarci o dispiacerci. Rallegrarci perché pensiamo che piano piano gli uomini stiano mettendo la testa a posto capendo che le donne non sono le loro schiave da picchiare e uccidere. Dispiacerci perché, purtroppo, anche in questo campo subdolamente sembra farsi strada l’abitudine, il dejà vu che anche sui giornali non conquista più la prima pagina. Ben venga dunque un giorno in cui tutti insieme si ha modo di riflettere su un’emergenza che è ben lungi dall’essere superata da noi come nei Paesi del Terzo mondo. Per scoprire ad esempio, come fa un’indagine («Rosa shocking. Violenza, stereotipi e altre questioni di genere» realizzata dalla Onlus WeWold Intervita) che esiste anche un costo economico della violenza sulle donne: 17 miliardi l’anno, l’equivalente cioè di 3 manovre finanziarie. Una motivazione in più per attuare una seria prevenzione. Ma per far questo, come dice il claim della onlus, «servono altri uomini».
laura.fasano@ilgiorno.net