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Buon compleanno a Mario Poltronieri

S’intende che lo spazio sotto può essere utilizzato per commentare le libere di Abu Dhabi.

C’è in ballo un mondiale ed è giusto ripetere che Hamilton e Rosberg, al netto della straripante supremazia Mercedes, hanno regalato una stagione zeppa di duelli in famiglia.

Credo siano arrivati a detestarsi nemmeno tanto cordialmente e chissà quali saranno i loro rapporti dopo il verdetto.

Ciò premesso, lasciatemi fare gli auguri di buon compleanno a un vecchio, caro amico.

Mario Poltronieri taglia il traguardo delle 85 primavere!

Poltronieri!!!

E’ possibile che il suo nome dica poco o niente a chi sta sotto i trent’anni.

Ma per la mia generazione, il ‘Pollo’, come irrispettosamente lo chiamavamo noi ragazzacci nati nei Sixties, era una sorta di mito.

Quelle prime telecronache dei Gran Premi, ancora in bianco e nero, erano accompagnate dalla sua voce.

‘Pollo’ , a giudizio di noi ragazzacci, infilava spesso e volentieri delle simpatiche cappellate.

Ma, in realtà, eravamo ingenerosi.

L’ho capito quando il destino mi ha permesso di fare il suo mestiere.

Ho conosciuto Mario e ho imparato a volergli bene.

Mi sono anche reso conto che si trovava ad operare in circostanze tutt’altro che semplici.

Una volta, in Ungheria nel 1993, mi invitò in cabina Rai per commentare l’ora di prove del venerdì.

Beh, era rannicchiato in uno sgabuzzino con un solo monitor, piccolissimo.

E chissà in quali condizioni era costretto a raccontare le corse negli anni Settanta!

Ecco, ‘Pollo’ in realtà è un’aquila.

Sua è la narrazione gloriosa di imprese di Lauda, ma anche la descrizione delle tragedie di Gilles, di Paletti, di Ratzenberger, di Ayrton.

Una volta, lui era già in pensione, abbiamo tenuto una conferenza insieme.

Mi sono divertito come un monello.

Caro Mario, quando taglierai il traguardo dei cento anni, voglio essere lì per dirti che, a modo tuo, questo ragazzaccio qui lo hai fatto sognare.

Grazie, di cuore.