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Arrivabene non parte male: fuori Tombazis

Alcune cose che so sul conto di Maurizio Arrivabene, il nuovo capo della Ferrari da Gran premio.

Arrivabene non parte male, secondo me.

1) Lo conosco da un quarto di secolo. L’uomo, come ho già accennato, ama visceralmente la Rossa di Maranello. Era uno di quelli che in una domenica autunnale a Suzuka, nel 2000, si mise a fumare in mia compagnia una dozzina di sigarette, non riuscendo a seguire sul monitor il finale del Gran Premio che stava per cambiare la storia.

2) Questo per dire che io del personaggio mi fido. Immagino che Maurizio, non più giovanissimo, sia stato spinto ad accettare il ruolo dal desiderio, se volete nostalgico-patriottico-melenso-pitocco, di fare qualcosa per un simbolo del nostro Paese. Lo so, lo so. Ormai viviamo in un’epoca dominata dallo scetticismo selvaggio, eppure forse ci sono ancora individui che credono in qualcosa di simbolico.

3) La faccio breve. Se uno mi dice (e beninteso io questa posizione la rispetto) che la Ferrari, per un italiano, è una azienda e un ‘brand’ da F1 identico agli altri, pace. Se uno avverte invece la suggestione di una, come dire, diversità, ecco, io sto dalla sua parte.

4) E’ importante, spero, che Arrivabene goda della fiducia incondizionata dell’azionista Fiat-Chrysler. E’ legatissimo ad Andrea Agnelli, che forse presto sarà presidente a Maranello. Notoriamente io non sono juventino, ma se mi assicurano che la quotazione in Borsa e la distribuzione del dividendo straordinario non svuoteranno le casse del reparto corse, uhm, ci passerò sopra (alla distinta e distante fede calcistica).

5) Cioè e per tradurre: o Arrivabene significa impegno massimo del padrone american-torinese o siamo alla frutta, considerato il distacco da colmare nei confronti della Mercedes (ed è un ritardo che implica risorse da investire massicciamente, sia in ricerca che in personale).

6) Penso che Maurizio consideri la sua missione alla stregua di un capo tribù che sa di dover attraversare il deserto e siccome il deserto è molto scomodo serviranno cammellieri molto, molto in gamba.

7) Escludo che Tombazis possa restare al suo posto nella nuova organizzazione ferrarista. Una delle cose di Mattiacci non comprese da Marchionne era la conferma del progettista greco. Non per la persona: Tombazis è un ottimo individuo, è un signor professionista e bla bla bla. Ma sono troppi anni che la Rossa, disegnata da lui, non funziona. Tenerlo lì suscitava enormi perplessità.

8) Purtroppo le indicazioni sul rendimento della monoposto per il 2015 sono pessime. Vettel è stato informato, Raikkonen lo sapeva già. Saranno ancora augelli senza zucchero (e senza Tombazis, come dicevo).

9) Marchionne ha promesso ad Arrivabene supporto totale anche a livello ‘politico’. E’ possibile che il presidente della Ferrari partecipi in prima persona a una delle prossime riunioni della Commissione F1, quella che si occupa delle regole, per mandare un segnale fortissimo alla banda dei Soliti Noti. In breve: o ci ascoltate o ci ascoltate, perchè i Gp non possono fare a meno della Ferrari…

10) Per Mattiacci mi dispiace. L’ho conosciuto, ha fronteggiato con coraggio una situazione drammatica, a dispetto di una ‘cultura’ specifica che non aveva e non poteva avere. Sarebbe interessante conoscere la sua versione dei fatti sulla realtà di un mandato senza prospettive, una roba da governo balneare stile Prima Repubblica. Ma sono sicuro che non aprirà bocca. Comunque, se vuole scrivermi in latino, lingua che entrambi amiamo, giuro che terrò la traduzione per me.