Sequestrati in casa mentre fuori si picchiano per sport
Le forze dell’ordine ci sono ad ogni partita, ma non possono sempre correre certi rischi a causa di ultrà che non rispettano niente e nessuno. Dovrebbero mobilitarsi i calciatori. Alex, ilgiorno.it
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Continuo a pensare che una sospensione di tutti i campionati per due o tre giornate ogni volta che succede un caos di questa portata non sarebbe un provvedimento esagerato. Simo, ilgiorno.it
L’ESIGENZA di sicurezza dentro e fuori degli stadi è molto forte anche perché il calcio offre una grande visibilità e purtroppo non solo per aspetti positivi: è una ribalta che a volte viene adoperata in maniera sbagliata, criminale. Detto questo, va chiarito che il termine ultrà non è sempre sinonimo di violenza o di reato. Ci sono gruppi organizzati che vivono con grande passione e correttezza le vicende della loro squadra. Poi, purtroppo, ci sono delinquenti che sono anche «tifosi». Vero però che ogni fine settimana molti cittadini si vedono costretti a rimanere blindati nelle proprie case per paura di imbattersi nel mezzo di scontri o assalti. Fare l’ ultrà è diventato un mestiere, si guadagna bene e si rischia pochissimo, si viaggia gratis, non si paga il biglietto, si influenza il mercato, si caccia l’allenatore sgradito. Allora, basta con le tavole rotonde, è necessario fare qualcosa di concreto. Perché è un problema di ordine pubblico, servono pene più severe, senza tentennamenti e complicità. laura.fasano@ilgiorno.net