Accattonaggio: aiutare solo chi ne ha bisogno
Nuove norme «nei confronti di comportamenti che hanno rilievo penale, come l’accattonaggio molesto o la carità molesta»: è quello che ha promesso il ministro dell’Interno, Angelino Alfano pronto addirittura a fare una legge contro il degrado urbano e sulla sicurezza delle città. Non è la prima volta che il titolare del Viminale lo annuncia, temiamo che anche stavolta non se ne farà nulla, lasciando la patata bollente in mano ai sindaci. Marco V. Milano
Il numero degli accattoni cresce di giorno in giorno nel nostro Paese: difficile immaginare come il governo possa limitare questo fenomeno, anche perché una legge che affronti il fenomeno dovrebbe essere molto esplicita. Il Codice penale, infatti, dice che l’accattonaggio è lecito «se è una legittima richiesta di umana solidarietà» e soprattutto «quando non intacca né l’ordine pubblico né la pubblica tranquillità». L’ipotesi di reato si configura, al contrario, se vengono usati minori o se i mendicanti ostentano mutilazioni o disabilità. Indubbiamente le soluzioni non sono facili, il mendicante non si elimina di certo con le sanzioni pecuniarie, che non pagherà mai. Sebbene la miseria simulata costituisca una truffa, la mendicità petulante una molestia, lo sfruttamento di bambini un delitto grave, ciò che blocca i legislatori è proprio il problema di distinguere i mendicanti per bisogno da quelli che lo sono per scelta interessata. Perché è una questione di giustizia sociale aiutare solo chi ne ha effettivamente bisogno. laura.fasano@ilgiorno.net