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Roma – Milan 1-1: Presidente serve un segnale

Dopo la sconfitta casalinga con il Bologna, e soprattutto 7 punti persi con le ultime 4 in classifica nelle ultime 4 gare, la trasferta di Roma era piuttosto importante.
La squadra ha deciso di iniziare a giocare al decimo mostrando immaturità e svogliatezza, la stessa vista nella “passeggiata” di mercoledì scorso. Dopo 10 secondi Sadaq si è trovato davanti a Donnarumma che ha compiuto il primo di una serie di grandi parate. Per la cronaca, a mio avviso l’azione è stata viziata da un fallo su Bertolacci e non capisco come mai, se quello è stato il metro di giudizio di Orsato, perché è stato concesso il fallo dal quale, 3 minuti dopo, è scaturito il gol della Roma. Poi l’arbitro vicentino si è inventato un fallo su Florenzi inesistente (quando la moviola che punirà le simulazioni) e non ne ha concesso uno su Boateng appena entrato al minuto 55. Poi quasi al novantesimo ha fermato una ripartenza per ammonire Nianggolan, mai vista una cosa del genere!
Torniamo a inizio partita. La fase difensiva sulla punizione prevedeva 10 rossoneri schierati a zona sulla linea dell’area di rigore. Prima che partisse la palla Bacca, Adriano e Zapata (pure girato schiena alla palla) hanno iniziato ad abbassarsi verso Donnarumma. Abate ha perso Rudiger che ha segnato. Poi il Milan ha iniziato a giocare al calcio tenendo maggiormente palla e ma è stata la Roma a creare occasioni da gol. Bacca e Honda sono stati assenti, Bertolacci ha fatto fatica a entrare in partita mentre Kucka ha faticato. Il Milan avrebbe dovuto sfondare a sinistra ma De Sciglio è stato un fantasma mentre, dalla parte opposta, Abate si è spinto spesso in avanti. In compenso le uniche azioni con velleità di pericolosità sono nate da incursioni palla a terra.
La ripresa è iniziata con un numero di giri differenti. Il Milan ha corso di più e fortunatamente ha trovato presto il gol del pareggio. Su palla messa in mezzo di prima da Honda Kucka è finalmente entrato in area non su un calcio da fermo segnando di testa. La rete ha fatto venire a galla le paure dei giallorossi e il Milan è riuscito a comandare la gara. Al decimo della ripresa è entrato Boateng al posto di Adriano che stava giocando meglio dell’intoccabile Bacca. Prince ha dimostrato di saper ancora giocare ma anche di averne voglia. Ha aumentato la qualità. Da un suo recupero è nata una grande occasione per Kucka che ha fallito la doppietta. Poco dopo Bacca ha colto la traversa. Il Milan ha continuato a giocare meglio e ha creato anche delle occasioni ma la partita è finita con un pari che prolungherà la vita in panchina di entrambi gli allenatori. Assurdo che fosse in discussione quella di Mihajlovic in una trasferta così difficile mentre di Garcia mi interessa proprio poco.

Con la trasferta di Roma è finito il girone di andata. Il bel gioco si è visto proprio poco. La partita migliore è stata la trasferta vittoriosa con la Lazio, la peggiore la sconfitta casalinga con il Napoli. Con le grandi, nonostante le molte sconfitte, il Milan ha spesso giocato alla pari. Con le piccole ha rovinato proprio tutto. Con i 7 punti in più, come detto persi in tre delle ultime quattro partite, saremmo a ridosso della Juventus in piena corsa per la Champions. Gli episodi non sono stati certamente favorevoli ma si doveva far meglio. Una dozzina di punti di distacco dalla capolista non sono un’infinità. Il campionato è equilibrato, e la sconfitta odierna della Fiorentina in casa con la Lazio ne è una conferma. La stessa Juventus era a fianco a noi 5 partite fa. Il girone di ritorno ci darà la possibilità di giocare in casa molto scontri diretti. A mio avviso serve un grande segno da parte della società. Ci vuole una dichiarazione di fiducia nell’allenatore ma probabilmente chiederemmo troppo. Già il silenzio sarebbe sufficiente. Il Milan crea e tira ma non realizza. Continuo a sostenere che Bacca e Adriano valgano proprio pochino. Speriamo nel recupero di Balotelli e nella preparazione adeguata che permetta di avere gamba nel ritorno. Non abbiamo impegni a parte il campionato e questo è un vantaggio. Bisogna crederci e mettere una grande determinazione in ogni minuto in campo. Con l’impegno arriverà anche il seguito dei tifosi perché va bene chiedere amore per la squadra ma prima bisogna dimostrare quello per la maglia.