Omicidio Macchi: quando a vincere è la perseveranza
Svolta nel caso dell’omicidio di Lidia Macchi. Sono passati trent’anni dalla tragedia. Spero che la famiglia possa finalmente sapere la verità su quanto accaduto e trovare giustizia. Posso solo immaginare quanta sofferenza, quanto dolore hanno dovuto attraversare e sopportare in questo periodo. Mi auguro di cuore che stavolta finalmente sia la volta buona. Troppi errori nel passato… Alessia, da ilgiorno.it
LIDIA MACCHI era la classica “brava ragazza”: studentessa universitaria, frequentava la chiesa ed era attiva nel volontariato e in Cl; nella sua vita non c’erano macchie. Faceva molto freddo quel 5 gennaio del 1987 quando la ragazza chiede in prestito l’auto al papà per andare a Cittiglio in ospedale, a trovare un’amica ricoverata dopo un incidente stradale. Il buio dell’inverno la inghiotte. Di lei si perdono tutte le tracce, i genitori avvisano i carabinieri della scomparsa e, due giorni dopo, Lidia viene ritrovata. Morta. Ammazzata con 29 coltellate. Ci sono voluti 29 anni (e tanti presunti colpevoli), ma ora la verità sul delitto potrebbe essere finalmente vicina. Un puzzle che si è composto lentamente, con indagini che grazie ai genitori di Lidia non sono mai finite nel dimenticatoio. E che grazie alla grande passione di un magistrato, Carmen Manfredda, potrebbe essere ai titoli di coda.Chiamiamola perseveranza, encomiabile quando di mezzo c’è una vita orribilmente soppressa. Forse ora Lidia potrà riposare in pace. laura.fasano@ilgiorno.net