Il primato in Europa e l’impegno del Governo
LE SFILATE di Milano, si sa, non hanno bisogno di conferme, in fatto di popolarità e peso specifico. Però il fatto che per la prima volta il presidente del Consiglio inaugurerà la Settimana della Moda Donna ha la sua importanza. Se non altro per confermare, questo sì, la grande stagione che Milano sta vivendo dai giorni dell’Expo 2015.Matteo Renzi arriva oggi, primo giorno di sfilate, per partecipare a un evento su inviti a Palazzo Reale, che si conferma anche quest’anno uno dei luoghi protagonisti della Moda.
LA PRESENZA del Premier, come evidenziato da qualcuno degli stessi stilisti, è un riconoscimento serio e importante al settore, da sempre tra i capisaldi dell’economia italiana. L’anno che si è da poco aperto ci vede, ancora una volta, primi in Europa, col 41 per cento di fatturato lordo tra abbigliamento, tessile e accessori. Non è un caso che il governo Renzi sia stato sempre attento al sistema-moda e che, con questa sua presenza a Milano, lo si confermi ancora di più. Milano, capitale del fashion e del design, è uno degli emblemi – se non il maggiore – della ripartenza del Paese. Un cambio di marcia che si è compiuto tra l’estate e l’autunno scorsi grazie all’Esposizione universale e che trova la sua rappresentazione fisica e architettonica nel nuovo skyline cittadino, che bene incarma l’immagine di una metropoli moderna e dinamica.
LA MODA italiana vive in queste settimane una trasformazione altrettanto evidente. Un cambio di passo – che è però anche una sfida ancora da vincere – dettato dai grandi cambiamenti dell’orizzonte mondiale e, più nel dettaglio, dei grandi mercati. Il mondo, inoltre, sta cambiando a un ritmo più veloce che in passato, e in modo molto più complesso. Una situazione che impone all’industria del lusso e dello stile di testare nuove strade e strategie. Le aziende devono attrezzarsi ed essere più performanti che in passato. Possono contare su un’ottima base di partenza. Un piedistallo solido e sicuro che ha già permesso loro di attraversare, senza troppi danni, i lunghi e duri anni della crisi economica e della recessione. La moda italiana è oggi così internazionalizzata sui mercati che non si farà male neppure in questi mesi di vorticosa altalena. Forse crescerà meno. Per esempio in Russia o in Sud America. Ma andrà bene negli Usa, visto che il cambio euro-dollaro facilita gli affari.
L’INTERNAZIONALIZZAZIONE è un modo per ripartire il rischio nel presente. Quanto al futuro, le sfide di domani vanno affrontate già oggi, a partire dalle sfilate di Milano. Il guanto l’ha lanciato New York, che vuole portare nei negozi le collezioni prima ancora che abbiano finito di sfilare in passerella. Cinque stilisti confermeranno nei fatti questa volontà. A contendersi il futuro sono due diversi mondi: quello anglosassone, così legato alle logiche della finanza e dei mercati, e quello italiano-francese, fatto di artigianalità e manifattura. Milano è il primo banco di prova. Il 2016 si annuncia elettrizzante.
di Giancarlo Mazzuca