Joe Jackson senza tempo, trionfo a Bologna
Joe Jackson trent’anni dopo, come se il tempo non fosse passato. Al teatro Manzoni di Bologna lo ritrovi come sempre: eccentrico, lunatico, appassionato. Ha un buon disco da proporre, ‘Fast forward’, il primo di inediti dopo 7 anni, e un pubblico fedele ai suoi piedi. Con un calore che lo travolge e probabilmente lo sorprende. E’ accompagnato da un trio con il fido Graham Maby al basso, poi chitarra e batteria. Peccato non poter contare su un violinista e un sassofonista, il sound sarebbe stato più caldo, ma è stato ugualmente un ottimo concerto.
Tutto inizia in chiave molto soft, Joe da solo con una vecchia hit, ‘It’s different for girls’, poi l’intima ‘Be my number two’ da ‘Body and soul’. E’ un attimo, il pulsare del basso di Maby, accolto da un’ovazione, introduce l’antica’Is she really going out with him?’ con tanto di coretto della platea. Lo show si accende con le belle canzoni di ‘Fast forward’ , un omaggio a John Lennon e una curiosa versione di ‘Scary monsters’ di David Bowie. Jackson riadatta le vecchie hit, in ‘Real men’ il ritornello cancella gli antichi cori per esaltare un refrain di chitarra. Lui si diverte a rimescolare le carte, novello Duke Ellington: dirige, fa, disfa, gli arrangiamenti sono sempre diversi in omaggio alla mutevolezza che ha sempre accompagnato l’artista inglese. Certo, siamo più sul rock rispetto al passato: la batteria è sovrastante, la chitarra spesso lancinante. Ma il jazz fa capolino anche quando non ci sono gli strumenti per farlo, come in ‘You can’t get what you want’. Il ritmo è altissimo, serrato, e la passione per i ritmi latini di tanto in tanto sguscia fuori, come in ‘Another world’ o nella nuovissima ‘Ode to joy’, anche se un violinista su quel palco ci starebbe davvero bene. Un’altra carezza al passato arriva con ‘Home town’ ma è niente rispetto al tuffo triplo all’indietro per ripescare ‘On you radio’, classe 1979, con quello spirito rock and roll degli esordi. Poi c’è ‘Steppin out’, ma in versione moviola e non a tutti piace. Meglio un classico rispettato come ‘A slow song’, anche questo da ‘Night and day’, ultimo gioiello di una notte di sorprese.