Antonioni 60 anni dopo
QUANDO parliamo di Michelangelo Antonioni, il grande regista ferrarese che ci ha lasciato quasi dieci anni fa, il pensiero va ai suoi grandi e premiatissimi film, da “Il deserto rosso” a “Blow-up” e “Zabriskie Point”. Tanto di cappello per questi capolavori della cinematografia italiana, ma, scusandomi per la smaccata partigianeria, personalmente lo vorrei qui ricordare per i due “corti” che il Maestro, all’inizio della sua carriera, girò per la nascita del “Giorno”, esattamente il 21 aprile del 1956. E oggi, dando ufficialmente il via alle manifestazioni che stiamo preparando per i 60 anni del nostro quotidiano, vorrei tanto rivedere proprio quei due “caroselli” che vennero ritrovati e presentati nel 2014 al Festival “Milleocchi” di Trieste. Il primo di quegli “spot” cominciava con una scena di Marlon Brando che baciava sulla guancia Grace Kelly: la futura principessa monegasca aveva in mano la statuetta dell’Oscar. Antonioni non vinse l’Oscar, ma quelle immagini portarono ugualmente fortuna al regista che si aggiudicò poi il Leone di Venezia e la Palma d’oro di Cannes. Ma hanno portato fortuna anche al “Giorno” che è ancora vivo e vegeto, nonostante la drammatica crisi attraversata da tutta l’editoria, e che si conferma il secondo giornale più venduto in Lombardia. Come recita lo spot del Maestro, continuiamo a essere, con tutti i mutamenti del caso, “una finestra aperta sull’Italia e sul mondo”. Quale migliore occasione festeggiare i 60 anni del “Giorno” rivivendo i filmati di Michelangelo Antonioni? giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net