Ma davvero Roma finirà mmane a ‘e ccriature?
Ultime ore di campagna elettorale, ultime battute, ultime promesse, ultime speranze, ultime esternazioni. Poi il fiume di parole finirà nel mare aperto della politica e domenica sera (dopo gli obbligati silenzi carichi di veleni di sabato) sapremo veramente chi ha vinto e chi ha perso in questa tornata delle amministrative.
Tutti con gli occhi puntati su Torino, su Milano, su Bologna, su Napoli ma soprattutto su Roma, sulla Capitale dove al ballottaggio sono arrivati il Movimento5Stelle e il Partito Democratico.
Al primo turno gli elettori romani, dopo gli anni turbolenti di Alemanno, di Marino, di Mafia-capitale, di intrallazzi e vergogne varie, hanno premiato l’antipolitica dei grillini. Hanno tenuto a galla il Pd renziano e hanno severamente punito il centrodestra diviso e la Lega.
Domenica Virginia Raggi (5Stelle) e Roberto Giachetti (Pd) ripartono alla pari. La partita tra antipolitica e politica ricomincia dallo zero a zero. Tutto è possibile fino a quando l’arbitro non fischierà la fine.
E tutti a chiedersi come andrà a finire.
Vincerà la Raggi, giovane avvocato (38 anni) approdata al ruolo di candidata sindaco dopo pochi anni di consiliatura al Campidoglio e una veloce selezione on line tra i 5 Stelle? O vincerà il ben più temprato Giachetti (55 anni) giornalista, vicepresidente della Camera dei deputati, approdato al Pd dopo aver attraversato con successo varie esperienze tra i radicali, i verdi, i margheritini?
Vincerà l’inesperta Raggi o il navigato Giachetti, grande frequentatore di Montecitorio e dintorni e componente negli anni di importantissime commissioni parlamentari?
A chi daranno fiducia gli elettori romani? Alla Raggi, oscuro e telegenico simbolo (oscuro perché non ancora capito appieno) del malcontento nei confronti di chi ha guidato la città fino ad oggi o a Giachetti che conosce bene gli innumerevoli problemi della Capitale e che sembra il personaggio giusto per far dimenticare, col suo impegno e la sua indiscussa preparazione, varie malefatte perpetrate a Roma dalla politica in generale?
Vincerà chi si è già espresso (la Raggi) contro la possibilità delle Olimpiadi a Roma o chi (Giachetti) vede nelle Olimpiadi una incredibile possibilità di sviluppo?
La scelta è tutta qui. Dopo l’euforia disfattista messa in campo quindici giorni fa come si comporteranno domenica i romani? Sceglieranno i 5 Stelle o sceglieranno il Pd? Sceglieranno di partecipare ad un’avventura al buio o sceglieranno la strada di chi vuole assolutamente sanare gli errori della politica di un passato piuttosto prossimo?
“Se a Roma vince la Raggi” ha detto il premier Renzi “sarà un problema dei romani”.
Sarà un problema dei romani? chiedo ad un amico. E lui, grande cultore di tutto ciò che è napoletano, mi risponde parafrasando un proverbio piuttosto noto e una volta (oggi chissà) vietato ai minori: “Far vincere la Raggi sarebbe come dare… diciamo… Roma mmane a ‘e ccriature”.
Sarà ancora vero, in tempi così social, che i proverbi sono la saggezza dei popoli? Fra non molto ore lo sapremo.