Castelnovo Monti (Reggio Emilia) – IN PIEDI su una corda, in bilico. Sotto, uno strapiombo di ottanta metri da attraversare. Quella fettuccia larga un pollice è lunga ventidue metri. La vita entra prepotente nelle narici. L’adrenalina bisogna tenerla a bada, altrimenti si cade.
Così, sulla Pietra di Bismantova, dominando gli Appennini, i ragazzi di un’associazione bolognese (tra loro anche tanti reggiani) hanno inaugurato nel 2015 una nuova, entusiasmante disciplina. È loslacklining (esercizio di equilibrio e di bilanciamento dinamico), che da qualche tempo in Italia si effettua nei parchi, tra gli alberi, e ora diventahighlining. Fare la stessa cosa, in altezza. Facendo i conti con le vertigini e le proprie paure.
Tutto accade più di un anno fa, in una giornata di sole perfetto. Da mattina a sera una ventina di sportivi-acrobati provenienti da tutta Italia sfidano la pietra del Purgatorio, come la definirebbe Dante. E ne restano talmente incantati da voler organizzare lì il meeting italiano di highlining. E’ il 15 giugno 2015.
«La nostra amicizia dura da qualche anno, come anche la passione per lo sport – spiega Jacopo Pesce, 27 anni, presidente di Slackline Bologna –. Da qualche mese ci siamo messi assieme in un’associazione sportiva dilettantistica e siamo già arrivati a quota 250-300 persone, con Reggio e Modena».
Non è difficile vederli allenarsi. In maniera suggestiva, con una corda tesa tra un albero e l ’altro, anche al parco delle Caprette. Così nei giorni scorsi.
PESCE, di che cosa si tratta?
«Lo slacklininig è un esercizio di equilibrio dinamico in cui si cammina su una fettuccia da un pollice (circa 2,5 centimetri) fino a 5 centimetri. Ci sono diverse varianti: longline (con una corda fino a 3-400 metri) o trickline ( dove si salta sulla corda, tipo tappeto elastico). Dipende da ciò che si predilige. La camminata per lunghe tratte necessita di resistenza e concentrazione; l’altra è molto più vicina all’acrobatica».
Da dove arriva?
«È una disciplina nata negli anni Ottanta, in America, da gruppi di scalatori che per aumentare il loro equilibrio quando il tempo non permetteva le escursioni, tiravano un corda da un albero all’altro per camminarci sopra».
Ma sulla Pietra è tutta un’altra storia…
«Ecco. Qui arriva l’highlining. L’altezza cambia tutto, lo strapiombo sotto… Diventa una gara con te stesso. Con la tua paura di cadere. Devi controllare tutto».
E perché avete scelto proprio Castelnovo Monti?
«Ci siamo avvicinati da poco all’highline, grazie a un meeting che si è svolto a Misurina, in Trentino, a settembre. Da allora abbiamo cominciato a cercare posti vicini che fossero adatti. E ci è venuta questa idea. Ci siamo organizzati e ne è uscita una giornata memorabile. Adesso abbiamo in mente di chiedere i permessi per organizzare il meeting italiano alla Pietra. Ci sono punti dove le rocce formano un ferro di cavallo, è l’ideale».
Quanti praticano questo sport?
«Saremo un migliaio, in tutta Italia, nelle diverse discipline. Ma, di forti, un centinaio».
Serve una preparazione particolare?
«No, tutti possono provare. Si pratica a piedi nudi o con le scarpe. Poi abbigliamento adatto (niente di tagliente, tipo zip. Imbragatura da arrampicata (giro vita e due cosciali): ci si annoda a una corda a due anelli che scorrono lungo la linea».
Quanto è pericoloso?
«Fatto con la testa non c’è alcun rischio. Se si cade si rimane attaccati alla corda, tipo bungee jumping».
Ma… È legale?
«Sì. Usiamo gli attacchi da arrampicata. Si fanno fori con il trapano, si mettono le viti di acciaio. Tre per parte. La sicurezza è ridondante».
Quali sono i benefici?
«Miglioramento del bilanciamento, equilibrio, più percezione che il corpo ha di sé. Contro? Solo la paura di cadere».