La Malesia, Yoong e l’Isola dei Bidoni

Quando cominciammo a frequentare, con la Formula Uno, certi ameni luoghi estranei alla tradizione dell’automobilismo, ci venne spiegato che presto o tardi da quei luoghi sarebbero usciti autentici talenti del volante.

E’ la globalizzazione, bellezza.

Ma un pilota cinese da Gran Premio ancora n0n l’ho visto.

E’ transitato un indiano, Kartynonricordocome, ma poi ha preferito parcheggiare le sue ambizioni altrove.

Coreani, non ne ho memoria.

Dal Bahrain, niente.

Non dispero sulle risorse di promettenti guerrieri azeri.

Abu Dhabi pareva intendesse dare la cittadinanza onoraria a caravan Petrov nel 2010, ma non se n’è fatto niente.

In compenso dalla Malesia ad un certo punto spuntò un certo Yoong.

Non saprò mai se poteva diventare un campione, perchè siamo sempre lì: qualunque sia la provenienza di un driver, prima di valutarlo occorre capire bene quale mezzo sia posto a sua disposizione.

Per questo, accettando anche di passare per ingeneroso, quando per la mia mostra modenese ‘I migliori album della nostra vita’ mi sono trovato a selezionare un pilota per l’Isola dei Bidoni, tra Darko Pancev e Egidio Calloni, uhm, ho selezionato Stefan Johansson.

E insomma, ha guidato Ferrari e McLaren, ha avuto compagni come Alboreto e come Prost.

Esiti: non pervenuti.

Ma voi, aspettando le libere di Sepang, chi ci avreste messo, dovendo optare per una nomination secca, su quella isola lì?