Ma il popolo del Sì accetterebbe una nuova, fittizia “unità” del Pd?
Chi dice che la scissione sarebbe una tragedia, chi dice che sarebbe una ferita insanabile, chi dice che la gente, gli elettori non capirebbero. Sarà così? Chi lo sa. Anche perché a sinistra (fin dal congresso di Livorno del 1921) si sono sempre scissi. Si sono scissi, si sono ripresi, si sono riscissi e si sono ri-ripresi. Quindi questa scissione dal Pd targato Renzi minacciata da D’Alema, Bersani, Speranza e compagnucci vari non sarebbe una gran novità. Sarebbe nell’ordine delle cose della sinistra. Rispetto comunque l’impegno di quanti si stanno adoperando perché ciò non avvenga, perché le separazioni sono sempre traumatiche.
Nello stesso tempo però mi pongo anche una domanda: la non-scissione, l’”unità” forzata, la coesione a tutti i costi dettata da chissà quali calcoli o prospettive, un’unione civile che non avrebbe ragione di esistere dopo tutto quello che la minoranza ha espresso contro Renzi, potrebbe essere capita e assorbita dai milioni di elettori che hanno battezzato Renzi come loro leader?
Qualcuno dirà: sì, ma in politica si fanno tante cose, leader di tutti i partiti se ne dicono di tutti i colori e poi vanno a cena insieme, si prendono a male parole ma poi magari fanno un’alleanza insieme.
E’ vero. E’ sempre successo così e sempre succederà. Ma mi pare che in questa occasione, lo scontro minoranza dem – Renzi, si sia andati oltre le parole, oltre il confronto di idee diverse, oltre un civile dibattito nel rispetto l’uno dell’altro.
Qui, in questa occasione, abbiamo assistito agli insulti più beceri, abbiamo assistito alle coltellate nella schiena, alle perfidie, abbiamo assistito non ad un dibattito interno ma ad uno scontro terribile fra una maggioranza moderata e una minoranza radicale che non vuole essere minoranza ma vuole imporre le sue idee alla maggioranza.
Una minoranza, quella di D’Alema, Bersani, Speranza e compagnucci vari, che (è giusto ricordarlo) ha praticamente avviato la fase della scissione quando ha deciso (in opposizione alle scelte del segretario del suo partito) di votare No al referendum.
Allora per farla breve quei tredici milioni e mezzo di elettori che col loro Sì al referendum hanno sostenuto Renzi solo contro tutti, contro un’accozzaglia del No che andava da D’Alema, Bersani, Speranza a Casapound, alla Lega, ai 5Stelle; quei milioni di elettori che nonostante la sconfitta sono ancora al fianco di Renzi (per rendersene conto basta andare a spulciare su Internet) riuscirebbero a capire la nuova “unità” di un Pd dove, il giorno dopo una sancita e fittizia unità, ricomincerebbero come se nulla fosse gli agguati, i sabotaggi, la guerriglia né più né meno come è successo negli ultimi tempi?