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Surtees, l’esempio sfuggito a Valentino

Mio padre non aveva una gran passione per i motori. Veniva da una miseria dura e un po’ gli eroi del rischio gli sembravano persone che potevano permettersi di giocare con la vita, almeno fino a metà Novecento, perché non l’avevano dovuta difendere coi denti, la vita stessa.
Ma li rispettava , quei tipi li’. Pur senza idolatrarli, ecco. Ed io ero un bambino quando, ammirato, mi raccontava di Surtees, re in moto e re in macchina.
Un fenomeno, visto che nessuno lo ha imitato.
Io Surtees l’ho conosciuto di striscio quando già aveva smesso di fare il costruttore. Si vedeva che era un signore rude e gentile al tempo stesso. Consapevole di appartenere alla Leggenda.
Scrissi di lui quando, ormai più di una decina di anni fa, Valentino pareva intenzionato a calcarne le orme. Ancora oggi Gigi Mazzola (che ringrazio per le prove reiterate di amicizia e per la pazienza che insieme a me dimostra), all’epoca capo della squadra test della Ferrari, mi fa una testa così, giurando che se avesse insistito Vale ce l’avrebbe fatta, ad imitare Surtees.
Poi mi ricordo di quando Franco Gozzi mi spiegava come mai John vinse il suo mondiale con una Ferrari che non era rossa ma bianca e blu e ancora Franco mi faceva schiattare dalle risate quando ricostruiva la cacciata di Surtees, licenziato in tronco da Ferrari che lo sospettava di trasferire alla Honda i segreti di Maranello. il Drake più o meno disse: so cosa perdo cacciandolo ma so anche cosa perderei se me lo tenessi ancora in casa.
Non fu un gran finale ma quello che Surtees e Ferrari realizzarono felicemente insieme resiste e rimane senza repliche.
Questa essere grandezza autentica.
Poi, il fatto che John abbia perso un figlio in pista sembra quasi una beffa crudele del destino. Tu ti sei salvato, in moto e in auto, quando i piloti morivano come le mosche. E però dovrai patire la tragedia del sangue del tuo sangue, in una perfida nemesi.
Ps. Sul tempone di Kimi a Barcellona e sul closing (senza caparre cinesi) dei test di Barcellona potere ovviamente scrivere sotto, sapendo che abbiamo due settimane per sentire salire la febbre…