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Milan, altro che Ibra: la fascia di capitano tocca ad Ambrosini

La fascia di capitano è una cosa troppo seria, un sacro simbolo di sport da maneggiare con cura. Soprattutto se, nel recente passato della società di calcio più titolata del mondo l’hanno indossata, con onore e con gloria, fuoriclasse che rispondono al nome di Franco Baresi, Paolo Maldini, per passarla a degni epigoni del calibro di Massimo Ambrosini e Gennaro Rino Gattuso.

Ecco, Massimo Ambrosini, 35 anni da compiere il 29 maggio, 464 presenze e 36 gol in rossonero, l’ultimo degli Eroi rimasti al Milan, con cui ha vinto 4 scudetti, 2 Champions League,1 mondiale per club, 2 Supercoppe Europee, 1 Coppa Italia,2 Supercoppe italiane.

Ambrosini è stato il primo capitano nella storia del Milan a sollevare sul campo la Coppa dei Campioni d’Italia o dello scudetto che dir si voglia, in quanto prima del 2005 non esisteva la cerimonia di consegna del trofeo.

Ipotizzare, com’è stato fatto in queste ore, che il Milan abbia offerto a Ibrahimovic il segno della leadership per fugarne le perplessità circa la permanenza a Milano, significa ignorare lo stile rossonero e le regole interne del club di Berlusconi.

Ambrosini sarà il legittimo capitano nella prossima stagione e il suo vice risponderà al nome di Christian Abbiati. Thiago Silva occupa la posizione numero tre in questa speciale gerarchia.

Ibrahimovic, invece, la numero uno, nella classifica dei cannonieri e dei giocatori più importanti a disposizione di Allegri. Con il quale i rapporti saranno stati pure burrascosi nel recente passato. Ma, nell’interesse superiore della squadra, conviene che l’uno e l’altro vadano d’accordo. Sennò, son dolori. Soprattutto per Allegri.

Xavier Jacobelli