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L’abbraccio a Bas Van de Goor

Dal Carlino di Modena di oggi (qui il video dei momenti più importanti della festa)

CHE BELLO riabbracciarlo, il campione al quale tutti hanno voluto bene. Che bello fare una festa a sorpresa per Bas Van de Goor, tornato a Modena in questi giorni dopo aver superato la leucemia. Quando l’amico Alberto Guidoboni l’ha accompagnato all’Osteria del Pozzo, ieri a pranzo, la stella olandese della Daytona degli anni novanta pensava di trovare l’altro amico Antonio Panini, figlio del grande Peppino, e al massimo un paio di altre persone.
E invece erano oltre cento, i tifosi che si erano dati appuntamento in gran segreto per fargli sentire il calore di una città che non l’ha mai dimenticato e che lui non dimenticherà mai: «Lo sapevo già, ma mi avete fatto capire una volta di più che qui a Modena io ho un’altra casa», ha detto in un italiano ancora correttissimo, accompagnato dalla moglie e dai figli. E al suo tavolo c’erano, con le rispettive famiglie, altri due campionissimi di quella squadra, ovvero Andrea Giani e Marco Bracci; presente anche il preparatore atletico di quegli anni Alessandro Guazzaloca, il dirigente storico Leo Novi e il medico sociale dottor Cristani e lo speaker storico Antoine.
E tanti tifosi di ieri e di oggi, che gli hanno voluto anche regalare una targa commovente e lo striscione personale che dal 1994 campeggia al PalaPanini, dedicato a lui. Per concludere con una torta speciale con foto, realizzata dall’Antica Pasticceria Messori.
LA NOTIZIA più bella l’ha data lo stesso Bas: «Si può dire che sto bene, tutti gli ultimi controlli dicono che il mio sangue adesso è pulito. Dovrò fare altre visite nei prossimi mesi, ma tutto sta procedendo per il meglio». Quando si era saputo della malattia, il mondo del volley modenese si era mobilitato per portare regali al 46enne di Oss, che in maglia gialloblù ha vinto, tra le tante cose, due scudetti (’95 e ’97), tre coppe dei campioni (’96, ’97, ’98), tre coppe Italia e una processione di altri trofei da sommare alla gemma della carriera, l’oro olimpico del ’96. «Quando sono tornato a Modena, quell’anno, ero un po’ preoccupato per come sarei stato accolto dagli azzurri che avevamo battuto. Appena entrato nello spogliatoio, Bracci mi disse: ok, adesso hai 5 minuti per prenderci in giro, poi non potrai parlare mai più delle Olimpiadi. E in una risata passò tutto».
Nel corso del pranzo sono stati raccolti oltre settecento euro grazie a una sottoscrizione interna, destinati alla fondazione che porta il nome di Van de Goor e che si occupa di sensibilizzare sul tema del diabete negli sportivi: quando qualche anno fa il gigante olandese (2 metri e 09) scoprì di essere affetto dal diabete, si impegnò personalmente per far sapere a tutti che la pratica sportiva può aiutare a combatterlo, scalando il Kilimangiaro per mandare un messaggio più chiaro.
E siccome quando sei una bella persona, ancora prima che un grande campione, l’amore che metti nelle cose prima o poi fa il giro e ti torna indietro, ieri il cuore di Bas ha ricevuto quello che merita.

Oggi il sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli, ha ricevuto Van de Goor in municipio e gli ha consegnato la Bonissima, la statuetta che campeggia sulla piazza centrale ed è uno dei simboli della città.