Il fumo nero di Brindisi
In principio erano le caldaie. Poi gli anarchici. Poi la qualunquista volontà destabilizzatrice. Oggi ci aggiungono la mafia. Niente di tutto questo. La mafia non uccide i “figghiuzzi”. Li rapisce, semmai. Li fa sparire. Ma non spara nel loro mucchio. Folle o isolato, pazzo o scheggia impazzita, questo atto è di matrice stragista. Di sinistra, non affatto. Di destra estrema, forse. Bombe fai da te, timer, nessuna rivendicazione, sfruttamento della confusione e dell’onda violenta, follia devastatrice, irrazionalità irruenta, cieca barbarie, inutile negarlo, sono patrimonio di un’area che abbiamo già imparato a conoscere sulla nostra pelle. Anche se nessuno, proprio nessuno, ha il coraggio di definirlo a chiare lettere. Per quale motivo? Le ferite scottano ancora. Le cautele non sono mai troppe. Ma la puzza di bomba, a Brindisi, ha un sapore vagamente scuro. Va ribadito: a Brindisi, e gli investigatori lo sanno, già in passato, qualche vecchio sacerdote della follia ha seminato molto. Provocando non poche tensioni. Ricordo, tre anni fa, di essere stato laggiù, in quella meravigliosa città, porta d’oriente, a tenere un convegno sugli Anni di piombo. In quell’ocacsione, si parlò di quel centro come frontiera di ideologie. Di destra, soprattutto. Di agitazioni. Di forze dell’ordine non poco in allerta. E me lo riferirono fonti investigative.
“Tutto passa per Brindisi”, disse a chiare lettere qualcuno. Ora: guai pensare a riesumazioni di antichi scheletri. Ma è possibile percepire che il seme malato abbia dato i suoi frutti. Non a caso, qualche ex ministro s’è scomodato, dicendo che “non è matrice mafiosa”. Questo attentato, perché di questo si tratta, segue di pochi giorni l’azzoppamento di un manager. Al momento attribuito agli anarchici, come dicono, chiaramente, le rivendicazioni. Ma, e qui ci viene in soccorso la storia, dietro una macchina che viaggia veloce (e quella dell’informazione, come sosteneva McLuhan, è un razzo) si va sempre più agevolmente, senza ostacoli. Sfruttando quella scia, qualche folle isolato, come sostengono le indagini, potrebbe aver seguito il suo sentiero, aperto da dottrine deviate, perverse, e ideologicamente antiche. Non parlarne, non aiuta. Ma serve a creare solo un sottile senso di sfiducia. Che, forse, è quello che vogliono i criminali che hanno colpito quella scuola.