Il Grande Padre Nilo e il vero Egitto
Il Grande Padre Nilo scorre da un capo all’altro dell’Egitto. L’hanno percorso i faraoni per visitare gli angoli più lontani del paese, per trasferire la capitale da nord a sud; l’hanno solcato le navi dei capomastri e degli schiavi, cariche di statue, capitelli, materiale da costruzione. Dal tremila avanti Cristo il Nilo è sinonimo di civiltà, di vita, di fertilità. E oggi l’emozione di percorrerlo non è cambiata.
Le capanne di fango dei Nubiani sono sempre uguali, immutabili nel loro precario ed eterno equilibrio. Il fiume scorre lento e maestoso come all’alba dell’uomo. Tracce di limo nero sporcano la riva, la linea delle case è spezzata dalle mistiche guglie dei minareti. Nei piccoli centri lungo le rive un semplice apparecchio, chiamato nilometro, misura le piene del fiume e prevede l’entità del raccolto. All’interno, piantato nel cuore della terra c’è un tempio intatto: colonne, sculture, disegni e perfino i colori. Il fango e la sabbia hanno conservato quel gioiello per regalarlo a noi. Ecco la magia dell’Egitto: quel sentore di vita sospesa, quel passato che riemerge in ogni angolo. Nelle parole concitate della gente, nel piacere riscoperto di decifrare i geroglifici, nei gesti lenti e immutabili dei contadini, nel ritmo della vita cadenzato dal respiro del Grande Padre Nilo.
L’acqua, la sabbia, il sole e la luce: sono gli elementi primordiali, l’essenza della vita che gli egiziani hanno tradotto in figure, santificato nei loro dei, trasmesso al mondo come un patrimonio genetico. Dà una sensazione di forza e di pace abbandonarsi nelle braccia del grande fiume. E’ lui, il Nilo, la catena magica che unisce passato e presente, che racconta l’epopea dei faraoni e la storia di un popolo. Dal Cairo ad Assuan, fino a Luxor, antica Tebe, sembra davvero di navigare nel tempo, di immergersi in un passato che è ancora qui: vicino, tangibile, concreto. Riemerge dai cartigli, rivive negli scarabei sacri. Filtra dagli occhi profondi e fieri dei Nubiani, echeggia nel battito dei tamburi, risuona nelle voci concitate dei mercanti, che si incollano ai turisti come ventose, affiora nei racconti ispirati di Raafat, la guida che si porta nel nome il più grande dio dell’antico Egitto: Ra, il disco solare, il padre della vita.