Il Bologna senza gioco va subito al tappeto
Il Bologna va subito a picco contro una delle sue bestie nere: il Chievo. E il debutto in campionato prende una piega amara con due gol incassati nella ripresa, Perez espulso nel finale e una sensazione di impotenza che contagia tutta la squadra. Persa la spina dorsale della scorsa stagione (Gillet, Portanova, Mudingayi, Di Vaio) e con Ramirez sull’Aventino, il Bologna non riesce mai a costruire gioco, a inventare una occasione degna di questo nome.
Il Chievo fa dignitosamente il suo mestiere. Cerca di alzare i ritmi, di costruire la giocata vincente e a lungo andare la trova. Decisivo l’innesto del giovane Cruzado, piede mordibo e corsa elastica, al posto di Di Michele. E’ proprio Cruzado a inventare un cross che permette a Pellissier (300 partite in A e 5 gol al Bologna) di inventarsi una zuccata vincente. Il colpevole ritardo di Antonsson e la tardiva reazione di Agliardi favoriscono il vantaggio dei veneti.
Dopo pochi minuti tocca allo stesso Cruzado firmare il raddoppio con un sinistro morbido su calcio da fermo battuto da Luciano, secondo un preciso schema collaudato in allenamento. Finisce sulle ginocchia il Bologna, mentre il Chievo incamera con merito i primi tre punti del campionato. Una sconfitta preoccupante per la squadra di Pioli, sopratttuto per la povertà di gioco e l’incapacità di costruire evidenziata dai rossoblù. L’unico pregio è una difesa ordinata fino al 20′ del secondo tempo, quando il Chievo trova il primo gol. Lo schema è totalmente difensivo con tre difensori, cinque centrocampisti e Diamanti come catapulta alle spalle di Acquafresca. Col filtro efficace di Taider (il più generoso) e Perez, la difesa è ben protetta ma ogni volta che Diamanti ha un pallone per costruire la manovra non trova sbocco. Acquafresca finisce nella morsa dei centrali del Chievo e sui lati nè Garics, nè Motta (palesemente fuori ruolo a sinistra) trovano mai un’accelerazione o uno sganciamento degno di questo nome.
Così il gioco finisce nell’imbuto centrale, dove il Chievo trova sempre modo di recuperare palla e rilanciare la manovra. Subìto il gol, Pioli decide di cambiare le carte in tavola, inserendo Gabbiadini al fianco di Acquafresca e adottando un 4-4-2 con vocazione più offensiva. Ma invece del forcing rossoblù, arriva il raddoppio del Chievo e il Bologna chiude deluso e avvelenato.
In attesa di capire quale sarà il futuro di Ramirez, Pioli deve recupare Natali per dare maggiore esprienza alla sua difesa, rimodellare il centrocampo con un uomo che sappia anche impostare il gioco e l’unico papabile è Khrin, auspicandosi che il mercato gli porti in dote un attaccante solido e prolifico, per non affidarsi allo sterile shema della punta unica che poteva funzionare con un solo giocatore: Marco Di Vaio.