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Monti non riesce a raddoppiare il numero dei taxi, può dimezzare quello dei parlamentari?

Penso che Matteo Renzi, sindaco di Firenze, aspirante candidato alle primarie del Pd (ammesso che gliele facciano fare) e quindi aspirante premier del prossimo governo che uscirà dalle elezioni di primavera, abbia perfettamente ragione quando dice a proposito di Beppe Grillo: “Per trasformarlo in un fenomeno da baraccone basta fare tre cose: dimezzare il numero dei parlamentari, eliminare i vitalizi, tagliare gli stipendi ai consiglieri regionali”.
Parole sante, sindaco Renzi. Tre cose, in teoria semplicissime, ma parecchio complicate da attuare. Perché mi sembra che in giro non ci sia nessuno che possa presentare una proposta del genere.
Neppure il premier Monti, che pure si sta dando parecchio da fare per far uscire l’Italia dalle sabbie mobili della crisi in cui si trova, può presentarsi alla maggioranza parlamentare che lo sostiene e chiedere il suicidio della metà di essa. Come chiedere al tacchino americano se è d’accordo a moltiplicare la Festa del Ringraziamento.
E’ chiaro che una proposta del genere potrebbe essere avanzata solo da un premier che riuscisse a vincere le elezioni con una sua propria lista e non dipendesse da nessun altro parlamentare di qualche altre gruppo. Insomma impensabile di questi tempi e di questi governi.
E quindi i parlamentari resteranno sempre quelli che sono e continueranno a percepire i loro ricchi vitalizi. Potrebbero rischiare, forse, di vedersi ridotti gli stipendi i consiglieri regionali ma, facendo loro sempre riferimento a qualche schieramento politico, vedo parecchio al sicuro anche i loro emolumenti.
D’altra parte basta vedere cosa è successo per le liberalizzazioni tanto pubblicizzate dal premier Monti: ebbene il suo governo non ha avuto la forza neppure di liberalizzare il numero dei taxi in circolazione in Italia e neppure di imporre ai tassisti il rilascio dello scontrino fiscale perché, a quanto sembra e a quanto sostenuto da uno dei leader degli autisti, fra i lobbisti di punta che difendono a spada tratta i privilegi della categoria ci sarebbero addirittura l’ex ministro del Pdl Gasparri e il sindaco di Roma Alemanno.
Non si riesce a rendere funzionale un servizio pubblico che non funziona (basta andare alla stazione di Firenze per rendersi conto di come procedono le cose) e si può onestamente pensare di dimezzare il numero dei parlamentari? Un’utopia.
Non scherziamo. E allora non illudiamoci e guardiamo alla realtà: non si sa se a Renzi il Pd darà la possibilità di partecipare alle primarie, non si sa se Renzi potrebbe battere tutti ed essere il candidato della sinistra alle prossimo elezioni.
Ma si sa di certo che sarà parecchio difficile, stando così le cose, ridurre Beppe Grillo ad un fenomeno da baraccone e impedirgli di portare via un bel po’ di voti sia alla sinistra sempre più in confusione che alla destra ormai in liquefazione.