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Quando la torre di Pisa entra al cinema

Inquietante, quando Roman Polanski la materializza su cartolina in “Repulsion”. Esplosiva, quando salta in aria sotto gli occhi di Panariello nella scena clou di “Al momento giusto”. A volte diventa parte integrante della trama, come nella pellicola finlandese “Kalteva Toni” dove rappresenta una vera ossessione per il protagonista. A volte si limita ad apparizioni furtive, incastonata fra le immagini di tanti altri luoghi simbolo del pianeta, pur mantenendo un ruolo significativo.
E’ la Torre di Pisa nel cinema, una presenza mai banale e allo stesso tempo universale, che va ben oltre le emozioni raccolte in piazza dei Miracoli. La racconta, in stile poco accademico e molto passionale, un pisano autentico: Alessio Carli, volto noto di 50 Canale e collaboratore della Gazzetta dello Sport, che con il simbolo della sua città ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Tanto per capirsi: il libro dove il giornalista celebrava il centenario della squadra di calcio ha in copertina una foto del lungarno, proprio per evitare che l’anima e il percorso storico di Pisa si identificassero con un’icona fin troppo sfruttata.
Oggi, dieci anni dopo, l’immagine del monumento campeggia sul frontespizio di “Cinedipendente – I film con la Torre di Pisa”, diventato anche e-book in occasione della prima ristampa (www.edizioniilcampano.it). Un viaggio fra le pellicole di illustri registi: da Polanski a Pasolini, da Monicelli ai fratelli Taviani, da Frank Capra a Billy Wilder con protagonisti che hanno fatto la storia del cinema, come Totò, e incursioni anche nella produzione asiatica. Al momento sono circa 40 i film rintracciati dove compare il Campanile del Duomo e che l’autore, dopo una breve introduzione, presenta in ordine cronologico con schede dettagliate: per ognuno breve riassunto, curiosità e l’indicazione del punto in cui il monumento si vede o viene richiamato dai protagonisti. Viaggio nato dalla consapevolezza che la Torre pendente assume nell’immaginario il significato di un’opera irrisolta, quindi molto simile alla precarietà dell’esistenza umana e proprio per questo ancor più affascinante.
Non a caso Carli continua la sua ricerca e sta lavorando all’approfondimento del tema con una serie di volumi dove, oltre all’appendice con le schede delle nuove pellicole scovate nel frattempo, per ogni film darà la spiegazione sulla presenza del Campanile. Una via di mezzo fra critica cinematografica e libera interpretazione. Il viaggio, insomma, è appena all’inizio.