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Gilardino da nazionale, il Bologna rimette le ali

Ecco il Bologna di Pioli e Gilardino. Quattro gol al Catania, la porta finalmente inviolata, il primo successo al Dall’Ara e 7 punti in classifica. La maglia numero dieci che fu di Baggio e Signori porta bene a Gila, che segna una doppietta alla sua maniera e si ricandida prepotentemente a un posto in nazionale. Con un bomber del suo calibro in prima linea (5 gol in questo campionato, 151 in serie A), il Bologna può davvero sognare, a patto che la squadra sia sempre in grado di giocare con l’umiltà e il senso pratico mostrati contro il Catania.

Soverchiata sul piano del palleggio e della manovra dagli argentini di Maran, la squadra di Pioli accetta il ruolo che le è più congeniale. Chiude tutti gli spazi, copre le fasce e riparte appena è possibille con il motorino Taider, con le galoppate di Kone e con le incursioni di un Garics in gran spolvero. Pioli effettua qualche scelta a sorpresa, lanciando in porta Curci al posto dell’acciaccato Agliardi e preferendo Guarente a Pazienza, per completare il trio di centrocampo, con Taider perno del gioco e Perez sul lato destro. Non è un reparto che brilli per genialità e fantasia ma in compenso lotta all’ultimo sangue su ogni pallone. Quel che serve per schermare la difesa a quattro impostata sui due macchinosi centrali Natali e Antonsson.

E’ un Bologna accorto e pratico, una squadra che sa chiudersi con abilità e ripartire nel modo giusto per affidar palla al suo mentore Gialrdino. E’ così che su insistita azione di Garics, Gilardino fa blocco sul difensore avversario e Guarente può sparare nel sacco il suo primo gol rossoblù. La veemente reazione del Catania è contenuta in due tiri che lambiscono la porta di Curci ma poi è ancora Garics che si inventa un assit verticale per Gilardino. Il Violinista lavora alla sua maniera, difende palla col corpo e infila fra le gambe il portiere Andujar.

Qui la fortuna ostile di Siena si trasforma in amica, perché una traversa schioccante ferma un tiro imparabile di Capuano, che avrebbe rilanciato le azioni del Catania. E invece i siciliani sono costretti a pigiare sull’acceleratore anche nella ripresa, mentre il Bologna perde i pezzi. Prima si infortuna Curci che restituisce la porta all’acciaccato Agliardi, poi si fa male a una spalla Antonsson e tocca a Carvalho affiancare Natali nel cuore della difesa. Sono cambi che fanno bene al Bologna perché il numero uno si esibisce in due parate decisive e il giovane brasiliano mostra subito brio e personalità.

Ma è quando batte le strade del contropiede che il Bologna diventa micidiale. Dopo due gol sfiorati da Diamanti e Gilardino, il fantasista batte un corner da artista e il re del gol si concede il bis con un colpo di testa dal tempismo perfetto. Intanto si blocca per infortunio anche Perez e Pioli spedisce in campo Pazienza per un finale che vede il Bologna arroccato trovare il quarto gol in contropiede. Lo propizia un Diamanti irresistbile, lo firma Kone (al suo primo centro in rossoblù), sfruttando la respinta del portiere.

Aldilà del risultato quella del Bologna di Pioli non è una galoppata trionfale, ma una partita saggiamente amministrata e chiusa con cinismo, sfruttando al meglio le occasioni da gol. Con Gilardino al centro dell’attacco e una squadra capace di supportarlo in modo degno si può arrivare lontano, anche senza genialità e geometrie. A patto che il Bologna riconosca i propri limiti, accetti di soffrire per novanta minuti e recapiti palla dalle parti del Violinista. Penserà lui a suonare gli avversari.