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Toh, chi si rivede: Donald Fagen

Incredibile, questa volta ha impiegato solamente sei anni a finire un disco. Udite udite, mendicanti della buona musica, voi che come il sottoscritto vi aggirate alla disperata ricerca di qualche canzone decente. Donald Fagen è tornato (se non cambia idea): l’uomo in grado di insidiare a Peter Gabriel lo scettro di re del popolo delle tartarughe, ha annunciato il suo nuovo album. Si chiama ‘Sunken condos’, e sul suo sito internet ‘www.donaldfagen.com si può già ascoltare ‘I’m not the same without you’. E’ un attimo, solo un istante: ascolti questo pezzo e precipiti indietro nel tempo. Le tastiere sono sempre le stesse, stile Steely dan, poi la batteria, il ritmo, il pastiche vocale. Sì, è vero, Donald Fagen è tornato. Quattro dischi solisti in trent’anni, non scherzo: ‘The nightfly’ del 1982, poi ‘Kamakiriad’ del 1993 (!) e ‘Morph the cat’ del 2006 (!!!). Capito? La sublime arte della lentezza, della raffinatezza, del ripensamento, del 453esimo missaggio… Ovviamente non so come sarà questo disco, un pezzo è troppo poco. So solo che ‘The nightfly’ è un capolavoro di irripetibile fascino. Ne avrò regalate decine di copie. Il disco perfetto, un pop modernissimo, levigato, suonato stupendamente; l’avanguardia melodica. Non c’è un pezzo da buttare via:  ‘I.G.Y.’, poi ‘New frontier’ con quel video in perenne rotazione su ‘Mister fantasy’, con i due ragazzi anni 50 alla scoperta del rifugio atomico. E ancora, ‘The goodby look’, ‘Maxine’, ‘Walk between the raindrops’. Che disco. Che bei tempi.