Arriva Vendola, doppio hurrà di Bersani
Nichi Vendola si è infine candidato alle primarie e Bersani ha accolto il pur scontato annuncio con un doppio hurrà! Il primo, perché tra i due esiste un tacito accordo: se il leader di Sel avrà meno voti di lui e di Renzi, al secondo turno gli riverserà i propri consensi condannando (si augura) il sindaco di Firenze alla sconfitta. Il secondo hurrà è dovuto ad esigenze di immagine: avendo ora due competitori forti, tra il modernismo di Renzi e il sinistrismo di Vendola Bersani occuperà naturalmente uno spazio mediano; “centrista”, si direbbe. Il che appagherà gli amanti delle geometrie politiche, ma difficilmente basterà a soddisfare i centristi veri. Quelli interni al Pd, e, come ha dimostrato ieri il violento scambio di battute con Casini, quelli esterni. Nel silenzio dell’ipermontiano vicesegretario Enrico Letta, gli ex ds che fanno capo a Veltroni e gli ex ppi vicini a Fioroni la pensano infatti come il leader dell’Udc: allearsi con Vendola significa rinnegare il governo Monti, schiacciare il Pd su posizioni minoritarie, precludersi alleanze al centro e in caso di vittoria condannarsi all’ingovernabilità. Una posizione suicida, secondo i critici, che non tiene conto degli ultimi sviluppi politici a partire dalla disponibilità di Monti a proseguire la propria esperienza. Ma Bersani non crede che il montismo di cui parlano i sondaggi si tradurrà in voti concreti e spera che Berlusconi radicalizzi il confronto elettorale. Si ispira ad Hollande, con la differenza che l’intero establishment nazionale ed internazionale avversa la sua scelta e le diverse anime del suo partito, il Pd, non si sono mai amalgamate. All’assemblea di sabato emergeranno tensioni destinate fatalmente a crescere.