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Bot batte Borsa

Dal 1996 a oggi chi ha investito nella Borsa italiana ha avuto solo in 3 anni su 17 un ritorno medio annuo superiore rispetto a chi ha puntato sui titoli di Stato. Lo dice l’edizione 2012 di ‘Indici e dati’ a cura dell’ufficio studi di Mediobanca. E l’investimento in titoli bancari è risultato regolarmente peggiore rispetto a quello negli industriali, qualunque sia l’anno di primo investimento. Nel dettaglio, a gennaio 1996 e a dicembre dello stesso anno l’investimento in Borsa ha reso rispettivamente il 5,26% e il 5,09% contro il 4,05% e il 3,63% dei Bot; poi un lungo periodo di sconfitte per gli investitori di piazza Affari, con il picco nel 2007, fino al ‘boom’ del 2011  
Nel 2012 il  monte dividendi di tutte le società quotate sulla Borsa  italiana ha toccato il minimo dal 2000, ovvero 13,8 miliardi  di euro, con un calo del 15,4% rispetto ai 16,3 miliardi  dell’anno precedente e contro gli oltre 30 miliardi del  biennio 2007-2008, prima dello scoppio della crisi. A distribuire cedole sono state in  prevalenza le societa’ dell’industria (per quasi 12 miliardi,  87% del totale), mentre si e’ ulteriormente assottigliata la  porzione di banche (dal 15% al 10%) e assicurazioni (dal 5%  al 3%). Sia il settore bancario (1,42 miliardi di dividendi  corrisposti nel 2012), sia l’assicurativo (402 milioni) in  effetti hanno dimezzato o quasi il monte dividendi rispetto  all’anno precedente quando avevano totalizzato 2,52 miliardi  e 872 milioni rispettivamente. Per non parlare degli oltre  11 miliardi con cui erano stati retribuiti gli azionisti  delle banche nel 2007-2008. Cosi’ le banche che nel 2012  hanno corrisposto il 10,2% dei dividendi complessivi,  rappresentando circa un sesto del valore della Borsa, nel  2008 erano arrivate a garantire quasi il 36% di tutti i  dividendi pur pesando in Borsa il 25% e nel 2007 avevano  pagato quasi il 40% di tutti i dividendi pur valendo il 30%  del listino.   

Un altro dato: Piazza Affari precipita nella classifica delle Borse mondiali. Il listino milanese, dal nono posto del 2002, a giugno di quest’anno risultava al 20esimo. In forte crescita i mercati emergenti di Shangai, Brasile e Bombay. Primo resta il circuito Nyse Euronext, che comprende buona parte dei circuiti borsistici di Wall Street e dell’ Ue