Egregio prof. Monti non sia “choosy”: i nuovi sacrifici li faccia fare agli evasori fiscali
Ha certamente ragione il presidente Napolitano quando, davanti alle critiche unanimi alla legge di stabilità presentata dal governo Monti- professori, dice: “Non abbiamo fatto tutto quello che abbiamo fatto in questi ultimi dodici mesi per poi buttarne via i benefici. Se cambiassimo rotta adesso a che pro sacrifici, tasse e riforme?”. Giusto, giustissimo anche quando dice: ”Oggi il rigore non rappresenta una scelta, ma una necessità. Non è fine a se stesso”.
Vero. verissimo. Il pensiero del presidente della Repubblica è come sempre lucidissimo. La strada del rigore, dopo gli allegri governi degli incredibili anni che ci siamo lasciati alle spalle, non può che essere quella vincente, quella che conduce l’Italia fuori da un abisso di disgrazie.
Ribadisco: sono d’accordo col presidente Napolitano, uomo saggio e destinato a passare alla Storia come un vero statista. Ma, se mi posso permettere, il Presidente in questa occasione avrebbe potuto aggiungere che il rigore tanto necessario e imposto dalle urgenze e dal governo dovrebbe essere applicato a tutti indistintamente.
Diciamo la verità: se tutti i partiti in questo momento stanno facendo opposizione alla manovra prospettata dal governo (per sommi capi: taglio di un punto dell’aliquota fiscale sugli scaglioni più bassi, aumento di un punto dell’Iva, taglio alle detrazioni fiscali) è perché (pur vicino tutti all’implosione e ad un consenso vicino allo zero) sono ancora soprattutto in certi territori, terminali degli umori e delle passioni della gente comune.
La quale gente comune in queste ore, in questi giorni, di fronte alla manovra del governo e ai nuovi sacrifici richiesti, ha una percezione assoluta e ben definita: i nuovi sacrifici non riguardano tutti ma solo una bella fetta di elettori, che poi in definitiva sono sempre i soliti noti: i meno abbienti, i dipendenti pubblici, i lavoratori a reddito fisso, i pensionati, anche la classe media che, pur pagando fino all’ultimo centesimo di tasse, in certi casi si vede erodere gli introiti da decisioni forse incostituzionali (il taglio dell’adeguamento del costo della vita), tagli delle possibili detrazioni, aumento di balzelli vari sia comunali che regionali.
I nuovi sacrifici non riguardano tutti: da questi, come al solito si salvano (come ho scritto in un recente post che ha sollevato una discussione appassionata e senza fine) ancora una volta gli evasori fiscali. Quelli che fanno finta di essere poveri, che chiedono i sussidi per gli asili, che non pagano il ticket sui medicinali, che dichiarano di essere vicini alla soglia di povertà, che non pagano le tasse e che continuano, dall’alto della loro strafottenza, a sfruttare nella stessa maniera e con la stessa voracità, lo Stato e il vicino di casa.
La gente comune ha avuto questa sensazione a proposito dell’ultima manovra del governo Monti e ovviamente non ha gradito. Sensazioni di disgusto captate fortunosamente dai partiti in agonia e da loro trasmesse al presidente Monti e al presidente Napolitano.
La gente comune è stanca e sfinita da questa continua richiesta di sacrifici. O i sacrifici sono per tutti a cominciare dai milionari in euro e dagli evasori fiscali che tutti gli anni sottraggono allo Stato (cioè a tutti noi) 150 miliardi di euro (roba che tutti gli italiani, se venissero recuperati quei soldi, potrebbero vivere alla stregua degli svizzeri) oppure salta l’accordo su cui si fonda lo stato sociale.
Insomma, egregio professor Monti, a pagare ora devono cominciare ad essere gli evasori fiscali.
E voi, eminenti professori bocconiani, invece di cercare di dissanguare ulteriormente i poveri tartassati, cominciate a rendere operativa una giusta riforma fiscale che state studiando da tempo ma che ancora, chissà mai per quale motivo, è rimasta nel libro dei sogni. Una equa riforma che recuperi un bel po’ di soldi da chi l’ha fatta franca fino ad oggi e che possa ridare fiducia a chi ha sempre rispettato le leggi e che oggi è veramente nauseato dalle nuove imposizioni. Su coraggio, siete professori laureati col massino dei voti e forse con la lode. Se vi sforzate potreste riuscire in questa ardua impresa. Se proprio con ci riuscite da soli potreste dare un’occhiata a come funziona il sistema fiscale in America. Qualche idea vi potrebbe anche venire.
Ps. Già che siamo in tema di professori mi vorrei permettere di dare un consiglio al ministro Elsa Fornero contestata ugualmente ancora una volta da studenti e operai.
La prossima volta che le capita di incontrare dei ragazzi piuttosto nervosi per la mancanza di lavoro e per la crisi che sta mettendo a dura prova le loro famiglie, non faccia la snob e non si rivolga a quei giovani, col suo accento immagino oxfordiano, invitandoli a non essere “choosy”, cioè schizzinosi, esigenti, incontentabili in fatto di scelte lavorative.
Quel “choosy”, se mi posso permettere è suonato proprio come una stonatura in quel contesto sociale. Potrebbe andare bene, forse, ad un tea-party non in un incontro con giovani disoccupati e piuttosto arrabbiati.