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Campionesse si nasce

NON SI NASCE campioni per caso. Prendi Kerri Walsh, una che nella sua carriera ha vinto solo due Olimpiadi e tre mondiali, e che ora punta su Londra 2012 dopo l’ennesima operazione alla spalla. In coppia con l’eterna Misty May.

Nei giorni scorsi si è confessata a Robert Klemko di Usa Today, e ne è uscito un bel ritratto. A cominciare dalla prima, provocatoria domanda: come mai Misty May ha più del doppio di seguaci su Twitter, rispetto a Kerri? “Avrei bisogno di partecipare a ‘Ballando con le stelle’!  _ ha risposto la Walsh _ Misty ha preso il toro per le corna ed è incredibile come si muova sui social media. Io sto cercando di capire,  è impegnativo perché ti tira in molte direzioni diverse. Dobbiamo fare ‘The Amazing Race’ insieme. Non riesco a nuotare con gli squali o saltare da un palazzo, ma tutto il resto posso farlo”. Per chi non conoscesse ‘The Amazing Race’, si tratta di un reality show della Cbs in cui squadre di due persone devono girare il mondo raggiungendo traguardi intermedi e decifrando indizi legati alle culture dei paesi che visitano.

TORNIAMO al beach volley: alla domanda ‘Cosa pensi quando la gente dice che voi siete la miglior coppia di beach volley di tutti i tempi?’, Kerri risponde semplicemente: “Mi piace, e voglio solo continuare a dimostrarlo. Voglio che sia vero senza possibilità di discussione”. La stessa grinta che mette nel combinare le sue esigenze di atleta e di madre di due bambini piccoli (uno e due anni): “E’ la sfida più bella che abbia mai affrontato. Prima di avere i figli, mi concentravo esclusivamente sul fatto di essere una buona moglie, una brava persona e una grande giocatrice. Ora il mio obiettivo primario sono i bambini. Il tempo che dedico alla pallavolo è stato notevolmente ridotto, grazie a questo sono diventata più determinata ed equilibrata”. Anche se non cede di un millimetro, sul campo: “Nella mia testa siamo ancora le favorite. Attualmente siamo la squadra numero due al mondo, quindi non siamo le prime candidate al titolo. Ma ci sono un sacco di tornei prima delle Olimpiadi, speriamo di arrivare al numero uno entro il mese di giugno”. Nonostante una serie di operazioni che avrebbe steso chiunque. Non lei: “Questo è il mio quarto intervento chirurgico alla spalla. Ho strappato la cuffia dei rotatori cercando di salvare un pallone. Il mio medico ha fatto un lavoro fantastico e sto lavorando davvero duramente alla riabilitazione. Voglio che questo sia l’ultimo intervento perché mi sto rendendo indistruttibile”.

La domanda successiva è quella chiave: che cosa resta da dimostrare, a una così? “Penso che abbiamo bisogno di dimostrare che siamo i migliori al momento. Sarà difficilissimo, rispetto al 2008 il livello si è alzato parecchio. Pechino era quattro anni fa, e noi vogliamo essere grandi ora. Siamo in grado di farlo. Dobbiamo arrivare in buona salute e ritrovare il nostro fascino”. Ora, i puristi mi perdoneranno la traduzione, perché Kerri dice ‘get our mojo back’, e bisogna essere calati nella cultura americana per capire davvero il significato dell’espressione. Oppure basta aver guardato l’inizio di Austin Powers-Goldmember. Per ora, fatevi bastare la mia traduzione :-)

QUANTO al beach volley, il perfezionismo della campionessa si vede anche nell’attenzione all’attrezzatura. A partire dagli occhiali, dei quali tacerò ovviamente il marchio: “Quando ho iniziato non indossavo occhiali da sole, mi ci sono abituata con il passare del tempo. Ho un paio di rughe in più per non averli usati. Si impara vivendo. Ma tutti i miei sponsor contribuiscono a finanziare il mio sogno. Senza di loro avrei dovuto lavorare dalle 9 alle 5 e non avrei mai partecipato alle Olimpiadi. Inoltre, una parte degli introiti va al Comitato Olimpico, e questo è essenziale per noi. Siamo uno dei pochi paesi che non hanno finanziamenti governativi per le squadre olimpiche, per cui non potremmo prendere a calci nel culo gli avversari senza l’aiuto dei tifosi”. Stavolta ho tradotto letteralmente.

Ma se volete chiudere con il lieto fine, basta leggere i propositi di Kerri sul futuro: “Nel 2016 avrò 38 anni e vincerò l’oro a Rio. Scherzo, io sarò molto più anziana, spero di avere un altro figlio o due, e chissà come cambieranno i piani. Non c’entrano i risultati, ma i sentimenti. Se il mio cuore mi ci porterà, ci andrò. Ho intenzione di vincere a Londra, ma comunque vada, dopo vedremo dove mi porterà il cuore”.