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Magistrale Gosling novello Bruto nell’America delle Primarie

 

Confesso che sono andata a vedere “Le Idi di Marzo”  per il bel George.

E solo per lui ne sarebbe valsa la pena perché ho trovato un Clooney in stato di grazia, con quel suo “phisique du role”  perfetto nel ruolo del candidato democratico, sempre impeccabile. In tempo di Primarie Americane poi niente di più attuale di una pellicola ben girata sulle trame di potere e i compromessi che si nascondono dietro una campagna elettorale dove, poco importa, se a rimetterci è una giovane stagista che si infila in un gioco e in un letto più grande di lei. Lo sintetizza perfettamente Ryan Gosling nella frase chiave del film: “Puoi impoverire il paese, rubare alla Nazione, portare il tuo popolo in guerra, legarti ai criminali, ma non puoi andare a letto con la stagista”.

 

Non conoscevo invece Gosling e ne sono rimasta completamente incantata. Glaciale e ambiguo al punto giusto per interpretare il ruolo dell’addetto stampa ambizioso che scalpita e farebbe di tutto per far carriera. Tanto da passare da vittima a carnefice nel giro di pochi fotogrammi diventando così il novello Bruto delle “Idi di Marzo”, che danno il titolo al film, pugnalando al cuore il suo amico e mentore Paul-Cesare.  Indimenticabile il dialogo fra Gosling e il bel George nella cucina di un ristorante in cui lo scaltro Gosling riesce a mettere sotto scacco il candidato Clooney millantando un biglietto inesistente: è talmente bravo ad insinuare il dubbio anche nello spettatore che, per un po’, rimane lì a chiedersi se magari il biglietto esista davvero e a lui può essere sfuggito.

 

A completare il cast del film e a decretarne il suo successo ci sono altri due pezzi da novanta che interpretano i due portavoce dei due candidati democratico e repubblicano: Philip Seymour Hoffman e  Paul Giamatti. Entrambi eccezionali, il primo esempio di moralità e di correttezza viene tradito e scaricato tanto dal suo amico Gosling quanto dal candidato Clooney, il secondo diabolico e vero motore del film: è lui che, stuzzicando la curiosità di Gosling, dà un’accelerata agli eventi e ne determina, in gran parte, il suo sviluppo. In fondo se Gosling non fosse andato da lui a quell’appuntamento ogni cosa sarebbe rimasta al suo posto, lui sarebbe rimasto fedele al suo candidato, la stagista non si sarebbe uccisa, Seymour Hoffman avrebbe mantenuto il suo ruolo e, probabilmente, Clooney non avrebbe vinto la campagna elettorale. Ma, si sa, è difficile resistere alla curiosità e alla tentazione di cedervi.