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Libero di emigrare

DA PADOVA alla Svezia, per giocare a pallavolo con la scusa del lavoro e ritrovarsi con una donna come allenatore. E’ la storia di Mauro De Sario, che in realtà è andato al nord per motivi professionali e solo dopo essersi sistemato ha rispolverato la sua passione per lo sport. Cresciuto nel vivaio di Padova, Mauro ha 26 anni e fa il farmacista, professione che l’ha portato in Scandinavia: “Ho studiato chimica e tecnologie farmaceutiche, all’estero vi sono migliori opportunità di lavoro e un’esperienza fuori casa mi ispirava anche dal punto di vista linguistico-culturale _ racconta _ . Avevo appena iniziato a lavorare come farmacista in Italia, quando alla mia ragazza è stata offerta una buona opportunità di lavoro in Svezia e così la meta è stata decisa più semplicemente del previsto. E’ una scommessa, ma credo che ogni tanto si debba osare nella vita, soprattutto quando si è giovani”.

CRESCIUTO pallavolisticamente come schiacciatore, De Sario ha sempre alternato nella sua carriera il ruolo di martello a quello del libero: “La prima esperienza da libero l’ebbi alle giovanili della attuale Pallavolo Padova. Nell’ultima stagione al Valsugana ho cominciato come banda, poi ho fatto il libero concludendo in bellezza con una promozione in B2”. Nella sua carriera, tutta nelle serie minori, ci sono anche compagni di squadra famosi: “Nelle giovanili di Padova ho giocato con Dragan Travica, siamo ancora buoni amici e ci sentiamo ogni tanto. Al Valsugana, in B1, ero nella squadra di Michele Pasinato, mentre in B2 a Vicenza ho giocato assieme a Luca Milocco, Loris Basso e Stefano Padovani. A 17 anni invece ebbi l’opportunità di allenarmi per tre mesi con la squadra di serie A di Padova, l’allenatore era Dall’Olio, in squadra c’erano Simeonov, Coscione e Meszaros”.

E ADESSO la Svezia, dove De Sario ha sostenuto un provino di un mese e poi è stato ingaggiato dal Södertelge, squadra di massima divisione che ha la particolarità di essere allenata da una donna, Elin Warner. Della quale vi avevo parlato qui http://club.quotidiano.net/rabotti/donne_al_volante.html.

Mauro ha scoperto che essere un italiano all’estero è un pregio, almeno sotto rete: “Di noi si parla bene o male, ma comunque tutti ci conoscono per cibo, sport, moda, auto, moto, politica. Ci sono molti stereotipi ma siamo visti come popolo dalle mille risorse. E come giocatori di pallavolo siamo considerati, vantiamo il campionato più bello del mondo e a livello tattico e tecnico credo ci sia stima nei nostri confronti”. Tanto da poter restare per sempre in Svezia? “Mi ritengo contento e fortunato per il lavoro che ho attualmente e so che questo mi porterà ad avere altre esperienze all’estero; diciamo che la Svezia potrebbe essere considerata come “quartiere base”, dove dovrei ipoteticamente tornare, dove non mi dispiacerebbe stabilirmi. Per avere più certezze bisogna aspettare un paio di anni, ma considererò le varie opportunità che mi si presenteranno”. Libero fino in fondo, insomma.