Supremazia della politica
LA TENTAZIONE di dire: fermate il mondo voglio scendere non è lontana dalla domanda che mi rivolge un’anziana signora: dove andremo a finire? Dove andremo a finire è probabilmente la domanda più gettonata di questi tempi e non avendo una risposta, chiederei di poterla sostituire con un’altra domanda: dove dobbiamo andare a finire?
LA RISPOSTA è: dobbiamo tornare alla politica e ripristinare il suo primato perché non c’è alcuna scienza ad essa superiore e che possa sostituirla. La stabilità politica è sempre stato uno dei valori assoluti di un paese e mi chiedo come si possa continuare a tollerare venga pregiudicata da organismi tecnici quali sono le agenzie di rating, che sono nate allo scopo di fare da guida agli investitori.
A parte il fatto, come si sa, che quasi sempre mettono in guardia su situazioni già note, il problema è che le loro pagelle interferiscono pesantemente nell’operato dei governi e condizionano la politica.
Si potrà dire quanto si vuole, come ha saggiamente esortato ieri il nostro Giuseppe Turani, che si può vivere benissimo anche senza le tre A, ma il fatto è che nell’opionione pubblica, che a gran fatica era stata convinta dal premier Monti ad accettare i sacrifici, da ieri si è insinuata la convinzione che è inutile fare sacrifici tanto non servono e che il declassamento ha svuotato di significato tutti i provvedimenti strutturali di cui si parla come le liberalizzazioni e financo quegli interventi tesi ridurre gli sprechi e ridare un senso all’etica.
IL DECLASSAMENTO di mezza Europa ha avuto come effetto quello di dare un colpo agli sforzi tesi a contrastare le distorsioni del potere e ha dato una mano ai responsabili del malgoverno, inducendo a ritenere superfluo impegnarsi per migliorare. Insomma le ragioni della finanza hanno spazzato via gli sforzi degli uomini perbene e questo è un aspetto che non possiamo ignorare o sottovalutare, perché il sostegno o la sfiducia sono elementi costitutivi dell’azione politica e dunque del suo successo o del suo fallimento. Ma per riaffermare la supremazia della politica dovremo percorrere una strada piena di insidie.