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Speriamo che i tassisti non vadano a raccontare a Monti che guadagnano poco

Domani alle 18 il Governo si incontrerà con i rappresentanti dei tassisti in mezza rivolta dopo l’annunciata intenzione da parte del premier Monti di liberalizzare il settore. La proposta che il professore presenterebbe ai tassisti, a quanto sembra, sarebbe quella di regalare una licenza per taxi a chi già ne possiede una.
Si raddoppierebbe così il numero dei taxi nelle nostre città e, con la concorrenza, si dovrebbero abbassare gli esosi costi delle attuali corse.
Sembra già (sempre a quanto si dice, perché non c’è nulla di ufficiale) che i tassisti siano intenzionati a rispedire al mittente la proposta e intensificare la lotta nelle città.
Spero solo che questo governo (come invece è già successo ad altri governi e ad altre amministrazioni comunali) non si faccia intimorire dalle minacce e passi finalmente a riformare un settore che avrebbe avuto bisogno di una bella liberalizzazione svariati anni fa. Cosa che nessuno ha mai avuto il coraggio di fare o la forza di portare avanti.
Certo che quella dei tassisti è una lobby davvero potente. Evidentemente ha molti simpatizzanti in parlamento e, per il numero di voti che gli autisti possono muovere e per la sottile campagna di persuasione che possono fare coi clienti durante il tempo delle corse, è abbastanza temuta dai vari sindaci soprattutto in tempo di elezioni.
Ma, come dicevo, è forse davvero arrivato il tempo che il governo (un governo come quello del professor Monti che non ha da proteggere serbatoi di voti da qualsiasi parte possano venire) metta mano ad una riforma del settore.
Inutile dire quanto all’estero sia più facile e meno costoso salire a bordo di un taxi, anche solo per farsi portare ad un ristorante o ad un cinema. Lo sa perfettamente chiunque abbia viaggiato un po’. E sarebbe quindi giusto che anche da noi si cominciasse a considerare una corsa in taxi non una cosa da quasi ricchi (visti i prezzi) ma una cosa alla portata di tutti o quasi.
Ma oltre a questo c’è da dire che se in questo momento tutti gli italiani (a cominciare dai meno fortunati come operai, pensionati, impiegati pubblici e privati) sono chiamati a fare sacrifici per rispondere alle varie manovre lacrime e sangue che vengono imposte, non vedo perché quella dei tassisti dovrebbe essere una delle poche categorie a sfuggire al destino comune a tutti.
L’importante comunque è che i tassisti non ci vengano a raccontare che già guadagnano pochissimo e che la liberalizzazione del settore li ridurrebbe alla miseria. L’importante è che non vengano a mostrarci quella dichiarazione media dei redditi della categoria da cui si evince che un tassista guadagna poco più di mille euro al mese. Chi ci può credere?
Speriamo che non tirino fuori queste storie. Sarebbe davvero abusare troppo della pazienza e della sopportazione degli italiani costretti dalla crisi a molte rinunce.