Blog Quotidiano.net

Blog Quotidiano.net

I blog degli autori di Quotidiano.net, il Resto del Carlino, La Nazione ed Il Giorno online

di

I 50 anni della Lamborghini

Mi si conceda una divagazione.

Tanto so bene che il mio guru Odin non ha alcuna fretta di leggere la versione pro-Kimi in prospettiva 2013.

Dunque, ho trascorso la serata in quel di Cesena, dove davanti a gente molto simpatica ho incontrato Tonino Lamborghini, il figlio di Ferruccio. Nel 1963, Ferruccio Lamborghini fondò a Sant’Agata Bolognese l’azienda oggi di proprietà della Audi.

Faccio notare, en passant, che i tedeschi evidentemente non la pensano come Marchionne, nel senso che  mai nemmeno lontanamente hanno immaginato di spostare la produzione della Lamborghini in Serbia o in Perù. E non a caso il marchio continua a tirare.

Però, mi interessava qui riferire un’altra cosa.

La Lamborghini, con tanto di Miura, nacque per colpa di una frizione.

Le cose andarono così.

Ferruccio Lamborghini, che faceva trattori, si era preso lo sfizio di comprarsi non una, ma addirittura due Ferrari.

Però capitava che sulla sua Ferrari la frizione ‘saltasse’ spesso.

Un giorno il produttore di trattori si accorge che, ohibò, sulla vettura del Cavallino la frizione potrebbe essere sostituita, pari pari, dalla frizione montata su uno dei suoi trattori.

Esegue lo…scambio e la Ferrari, con frizione da trattore, va decisamente meglio.

Allora Lamborghini chiede un appuntamento al Drake di Maranello.

Viene ricevuto dopo due ore di anticamera.

Espone la sua trovata a Ferrari.

Ferrari lo manda a dar via le chiappe, invitandolo ad occuparsi di trattori, che notoriamente non sono supercar.

Allora il signor Lamborghini, tipetto orgoglioso nonchè molto ricco, prende cappello.

Esce indignato dai cancelli di Maranello. Compra un terreno a Sant’Agata Bolognese. Strappa alla Ferrari e alla Maserati fior di tecnici.

Nove mesi dopo, il suo primo gioiello è sul mercato.

La Miura. Il resto. Bla bla bla.

A prescindere dal dibattito sulla frizione da trattore, la cosa triste è questa: oggi, 2013, una storia del genere, in Italia, sarebbe assolutamente improponibile.

Cos’è che manca?

Il denaro?

Il coraggio imprenditoriale?

La fantasia?

Non lo so.

Ps. Aggiungo, per stare ai casi nostri, che il dodici cilindri Lamborghini per la Formula Uno, confezionato da Forghieri a fine anni Ottanta, quando l’azienda era già in mani straniere, era un buonissimo propulsore. Senna lo provò su una McLaren e sarebbe stato contento di averlo a disposizione. Ma non se ne fece niente, purtroppo.