L’Sos di Bersani a Renzi
Fedele al precetto <niente nemici a sinistra>, Bersani si è alleato con Vendola. Ma come un fungo è spuntato Ingroia, che sta erodendo consensi alla coalizione e in particolare a Sel. Il leader del Pd aveva già optato per un profilo <socialdemocratico> senza troppe concessioni alla retorica riformista: il fatto di doversi coprire il fianco sinistro lo incoraggia a perseverare. La novità è che Matteo Renzi – tutt’ora più popolare di Bersani – ha accettato di coprire il fianco destro. Gli è stato chiesto di impegnarsi nelle regioni a rischio (Veneto e Lombardia) e di chiudere in Emilia Romagna. Farà anche di più. Ad oggi ha messo in calendario una ventina di iniziative dal Piemonte alla Campania. E’ opinione diffusa che se dopo le primarie avesse rotto col Pd presentando una propria lista, tutto sarebbe cambiato: Berlusconi non sarebbe sceso in campo, Monti non vi sarebbe salito. In ossequio a un codice più cavalleresco che politico, non l’ha fatto. Ed oggi s’è messo al servizio della <ditta>. La sua è una scommessa di lungo periodo, quanto azzardata è presto per dirlo.