Si chiude per la Fiorentina una stagione straordinaria, nel senso letterale del termine perchè quasi nessuno all’ìnizio avrebbe immaginato di poter arrivare così in alto.
Squadra quasi completamente rinnovata, cambio di gestione tecnico-dirigenziale e quindi di mentalità, di filosofia. Età media molto bassa, il che significa entusiasmo e freschezza ma allo stesso tempo ingenuità e inesperienza. Alcune scelte in apparenza rischiose, ad esempio la conferma di Ljajic o la rinuncia a Cerci fin dal ritiro estivo, per non parlare del ritorno di Toni.
Eppure i viola son partiti sparati e per tutto il girone di andata hanno incantato l’Italia richiamando anche l’attenzione di tifosi e commentatori europei, grazie ad un calcio frizzante e spregiudicato, pochi muscoli, molta classe, ancora più possesso palla in perfetto stile Barcellona. Una squadra divertente e accattivante anche quando non riusciva a raccogliere i frutti di tanta semina.
Disastroso il rientro dalla sosta natalizia, che ha segnato la fase più delicata della stagione e lasciato sul piatto punti pesantissimi: quelli che avrebbero permesso alla Fiorentina di arrivare al rush finale con un vantaggio sul Milan così importante da stroncare sul nascere qualunque tentativo di rimonta. Decisivi, in quella fase, società e allenatore che son riusciti a tenere in pugno la squadra e tranquillo l’ambiente. Fino al quarto posto, passaporto per un rientro in Europa che porterà benefici alle casse e un rilancio in grande stile dell’immagine. Esattamente ciò che volevano i Della Valle, terrorizzati dalla prospettiva di scivolare anche quest’anno nell’anonimato.
Voto complessivo 8, dunque, e 9 a Ljiajc che ha messo al tappeto tutti i nemici chiudendo con un crescendo di condizione e di gol da applausi. Adesso manca poco, per fare il salto definitivo di qualità, e nessuno meglio di Pradè sa come e quando muoversi sul mercato. Ma la mossa più importante potrebbe essere un’altra, nel Palazzo, e quella tocca a Della Valle. Nessuno pretende di avere maggior peso politico, per carità. Firenze e la Fiorentina chiedono solo un po’ più di rispetto.