Certo che trattandosi di Festival della canzone sarebbe molto gradita qualche stecca in meno. Non solo per questione di principio ma anche perchè se a questo Sanremo s’inceppano pure le voci non esiste più uno straccio di motivo per guardarlo.

Passi per la Casta, che di mestiere non fa la cantante infatti è stonata come una campana, passi per qualche concorrente giovane tradito dall’emozione (Palma e Rubino) ma l’inizio di Claudio Baglioni è imbarazzante per la difficoltà ad acchiappare le tonalità giuste, soprattutto quando si sale all’ottava superiore anche se poi il cantautore della nostra giovinezza si riscatta nella parte finale del medley. E la sera prima, diciamo la verità, anche Cat Stevens ha stentato in due o tre passaggi.
Meno male che Fazio se le canta da solo, così riesce sempre a stupirsi per tanta meraviglia di spettacolo e ogni ospite per lui fa vibrare di emozione nel profondo, rappresenta un evento straordinario, è un onore senza precedenti (parole e atteggiamenti ormai li abbiamo imparati a memoria). Fra quelli di stasera Franca Valeri, pur visibilmente provata dal peso dei suoi 94 anni, fa impallidire per classe e carisma la Lucianina che nonostante la sua dedizione alla causa è sempre meno comica, anche perchè contagiata dalla piattezza dell’amico conduttore.
Per fortuna c’è Francesco Renga. Canzone bellissima (non per niente scritta da Elisa), voce pura e avvolgente, quella sì che emoziona nel profondo e fa vibrare le corde più sensibili. Buonanotte a tutti gli altri.