jovanotti-lorenzo2015ccDi Lorenzo Cherubini, cinquant’anni nel 2016, in arte (dannato Cecchetto) perennemente Jovanotti, in trent’anni di carriera si è già scritto tutto e il suo contrario. Per esempio: nacque dj, e tutti a dire: ecco il nuovo bamboccetto tutta disco e niente zucca. Scoppiò come rapper: ecco un altro che vuole fare l’americano. Divenne cantautore: facile prendere una chitarra in mano quando si è già famosi. Nonostante i critici dominò gli anni Novanta, il suo periodo migliore.

Nel 1999, con Liga e Pelù, si scagliò contro le missioni di pace. L’anno dopo andò a Sanremo per chiedere ai potenti cancellare il debito. Da lì in poi divenne via via più buonista ed ecumenico. S’innamorò di Francesca e da allora non fa che dedicarle canzoni. Intanto il mondo è cambiato ancora, è tornato il disinteresse in musica e anche Lorenzo, un po’, si è stufato.

Si è rimesso a metter su dischi e oggi, sulla soglia dei cinquanta, è tornato alla dance. Così si presenta in ‘Lorenzo 2015 cc.’ (2015, Universal). Un disco ‘in cloud’ come dice lui. L’intento, riuscito, è semplificare le parole e alzare il volume. C’è voglia di ballare, ma in pista ognuno fa i passi che sa. Così Lorenzo è ritornato alle origini, lo si evince da quel ‘Sabato‘, che suona palesemente anni Novanta. Una bestemmia per alcuni forse perché, banalmente, ci abbiamo perso orecchio.

Cuffie nelle orecchie, però: il viaggio è lungo, dura trenta brani, che per i tempi di oggi sono un’eternità. O meglio, lo erano per un disco normale, e infatti Jovanotti l’ha definito un cloud. Ovvero uno spazio di archiviazione, dove il dj ha caricato, di volta in volta, il suo universo di musica appena composta. Ci sono testi più quotidiani e meno pretenziosi, c’è ancora tanto amore ma anche voglia di far festa come ai suoi vecchi tempi. In ‘Tutto acceso?‘, per dire, è tutta dance e vita notturna. Sentite qua: “Ah svegliamo la città / stanotte resta tutto acceso / tutto acceso”. Ritmica che tira a palla, alternarsi di parole veloci, ritornelli melodici e cori da stadio, c’è tutto: sembra un pezzo degli 883. E occhio che, datando quest’affermazione nella giusta decade, è un gran bel complimento.

Tra l’altro nei cloud (in italiano nuvola) non c’è testa né coda ma uno spazio evoluzione. Ed è per questo che Lorenzo 2015 non ha una lettura lineare ma vive di percorsi casuali. Ci sono brani Nineteen, ballate africane (‘Musica‘), schitarrate cortoniane (‘Ragazza magica‘), narrazioni alla Lorenzo 1994 (‘Caravan story‘) e divertimenti infiniti (‘Melagioco‘). E poi ci sono gli input causali: la ‘Paloma’ di Battiato, per dire, o i ‘mille violini suonati dal vento’ di Domenico Modugno. Infine ci sono gli stili, tutti: dance, rap, funk, punk, elettronica, cantautorato e, su tutto, una sezione ritmica che sa da semrpe il fatto suo.

Lorenzo, in sostanza, è questo qui. Smaccatamente pop, orgogliosamente bravo, ostinatamente professionale, impigliato nei suoi anni. Nonostante invecchi. Lo dimostra di riflesso sua figlia: sembra nata ieri e invece in ‘Libera’, vuol già visitare il mondo. Ma sì, Jova, falla andare. E poi alziamo il volume, ‘ché siamo in vena di amarcord.