Scrive la signora Erika: sono pendolare da dieci anni, prendo auto, treno, metro e bus per arrivare al lavoro. Recentemente si è aggiunta la battaglia per il parcheggio alla Stazione di Olgiate-Calco-Brivio. Risultato? Si parte 15 minuti prima da casa e si attendono 15 minuti in auto per evitare di non trovare posto. Ho tante domande nella testa e nessuna risposta:  

1) Se Trenord non ha interesse verso le tratte dei pendolari, perché non libera la rete dai suoi schifosissimi treni e non lascia libere altre aziende di offrire il proprio servizio? Se vedessi servizi migliori, forse sarei disposta a pagare di più. Qui invece si continua a pagare di più senza niente in cambio.  2) Dove vanno i nostri soldi? Nella rete wifi sui Frecciarossa oppure sui Malpensa Express che affollano i pochi binari a disposizione alla Stazione di Milano Garibaldi, avendo peraltro la precedenza sui regionali.  3) Perché a rilevare i ritardi dei treni è sempre Trenitalia? Non ci dovrebbe essere un organismo neutro?  4) Perché i rilevatori dei ritardi dei treni sono a chilometri dalla fermata effettiva (vedi sempre Stazione Garibaldi) e non rilevano i ritardi accumulati dopo il passaggio al suddetto rilevatore?   

5) Recentemente mi sono sentita dire da un controllore:”Se il Servizio non vi piace, cambiate mezzo”. Perché non cambia lui lavoro se è stanco di prendere insulti? Crede che se ci fosse un mezzo che allo stesso prezzo o tempo (almeno una delle due) mi garantisse l’arrivo a Milano, crede che non lo prenderei? Ma chi li assume questi maleducati?  6) Perché la biglietteria Trenord (questa grande fusione di cervelli) è situata mille metri sottoterra (presso il passante ferroviario) a Milano Garibaldi e i biglietti/abbonamenti non sono venduti da Trenitalia? Neanche le vendite sanno fare!  7) Perché continuiamo a farci trattare così?

Sottoscrivo tutte le domande, soprattutto l’ultima. Perché continuiamo a farci trattare così? Olgiate fa rima con tutte le stazioni del servizio regionale. Ogni giorno ci sono proteste ad esempio da Magenta, sulla Torino-Milano, una delle spine dorsali di un pendolarismo che forse sarebbe meglio definire pendolariato, suona più da disgraziati.

Perché questo sono i pendolari: utenti disgraziati di un servizio disgraziato. L’ultima l’ho sentita ieri. Un tizio si aggirava avanti e indietro sulla banchina della stazione gridando: “Faccio il biglietto di prima classe per poter stare seduto e mi togliete il vagone di prima classeeeee?”. Già succede anche questo, tolgono la prima senza dire nulla a chi ha pagato il biglietto o l’abbonamento in prima. Non solo, tanto per complicare loro ulteriormente la vita spostano continuamente la posizione dei vagoni o mezzi vagoni di prima,  tanto che con i treni stipati come al solito, non si fa in tempo a trovarli e salire. Risultato: paghi il bglietto di prima e stai in piedi come chi ha il biglietto di seconda.

Allora delle due l’una: o si abolisce la prima o si offre un servizio migliore a chi paga di più. Punto. E non si consente più a nessuno di viaggiare in piedi perchè si aumentano i treni, quindi i posti, e si fa la prenotazione obbligatoria come avviene in tuti i paesi del mondo. E poi si mettono i parcheggi alle stazioni,  con tariffe che non spolpino i portafogli già scarnificati dei pendolari. Anche questo avviene in tutti i paesi del mondo.  Tranne questo.