“I marò restano in Italia…la nostra posizione è solida”. Complimenti ancora al nostro ministro degli Esteri, complimenti al Governo uscente, davvero un fulgido esempio di attaccamento ai valori nazionali.. Era tanto solida la posizione dell’Italia che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri di marina accusati di aver ucciso per errore due pescatori indiani scambiandoli per pirati – reato tutto da dimostrare -,  sono di nuovo in India. E’ bastato che New Delhi prendesse in ostaggio il nostro ambasciatore calpestando tutte le convenzioni internazionali  e prontamente abbiamo calato le brache comunicando ai due militari che dovevano rifare le valigie, e anche in fretta.  Le famiglie ancora non ci credono. Loro, da soldati, hanno obbedito. 

Non c’è fine al peggio in questa storia. Prima accettiamo le accuse di omicidio ai due militari anche se non c’è  alcuna prova che i proiettili che hanno ucciso i pescatori – subito cremati – siano stati sparati dai loro Beretta Ar70. Poi accettiamo che li processino in India anche se la giurisdizione è italiana essendo il fatto comunque avvenuto in acque internazionali  (senza considerare il fatto che l’India si è rifiutata di consegnare la documentazione sul caso Enrica Lexie – testimonianze, perizie balistiche, rilevazioni satellitari sulla posizione della nave). Poi otteniamo una licenza elettorale per i marò, ma inganniamo gli indiani senza alcuna giustificazione dicendo che i marò ce li teniamo. Poi, di fronte all’India che in aperta violazione di tutte le norme internazionali arresta e minaccia l’ambasciatore italiano, anzichè scatenare un putiferio mondiale cambiamo di nuovo idea, diciamo che abbiamo scherzato e fuciliamo i fucilieri rimettendoli su un aereo, verso un destino ignoto. “La parola italiana, la parola di un italiano conta e vogliamo che conti”, ha detto il sottosegretario agli Esteri de Mistura. Fino a ieri invece della parola data non ce ne fregava nulla: ma si parlano ministri e sottosegretari?

Il ministro dell’Interno indiano, Singh, esulta: ““La ferma posizione dell’India, articolata dal premier e da Sonia Gandhi, ha funzionato: l’Italia sta rimandando indietro i due marò perché siano processati in India”. Inoppugnabile.  Aggiunge il ministro degli esteri Kurshid: “L’Italia ha accettato di disporre il ritorno dei marò dopo le nostre assicurazioni che essi non correvano alcun rischio di arresto e che il loro processo in India non rientrava nei rarissimi casi in cui è prevista l’applicazione della pena di morte’’.

Insoma, siamo contenti che possano marcire in carcere, basta che non ce li ammazzino. Roba da matti, sembra un film surreale. Dal punto di vista della credibilità internazionale, questo Governo ha fatto più danni da dimissionario che quando era in carica. Nessuno ha intenzione di dimettersi, ma poco importa: li hanno già dimessi tutti gli elettori. Speriamo che almeno si vergognino.