Non era un giorno qualsiasi, ieri, per Boston e per l’America. Il terzo lunedì di aprile si festeggia il Patriot’s Day, il giorno in cui venne sparato il primo colpo della Rivoluzione Americana nelle famose “battaglie” di Lexington e Concord – in realtà brevi scaramucce – tra i minuteman, i volontari americani, e le truppe regolari inglesi.  Chi sparò quella prima fucilata, se gli americani o gli inglesi, non è mai stato accertato.  Ma Fbi e artificieri dell’Us Navy intendono scoprire rapidamente, lavorando senza sosta sullo scenario infernale di Boylston Street,  chi abbia innescato le bombe che hanno colpito al cuore la città simbolo della libertà e dell’indipendenza americana, la città di John Hancock, Sam Adams,  Paul Revere, la città del Boston Tea Party e di Bunker Hill.

Terrorismo islamico? O estremisti interni? C’è estrema prudenza in queste ore a Washington, e  lo stesso Obama parlando ieri alla nazione, poco dopo le due esplosioni e mentre altri ordigni “artigianali” venivano neutralizzati, non si è sbilanciato.” Andremo fino in fondo a questa vicenda per capire chi ha fatto tutto questo e perchè l’ha fatto”. Un brivido correva lungo la schiena di chi lo ascoltava, in America come nel resto nel mondo. Sembravano le parole di George W.Bush dalle macerie di Ground Zero, quando afferrò il megafono del pompiere e gridò: “Potete sentirmi? Bene, anche chi ha fatto questo sentirà tutti noi molto presto”.

Obama ha portato a termine la missione, è il presidente che ha ordinato l’eliminazione di Osama Bin Laden.  Sapeva che una reazione o prima o poi ci sarebbe stata: è questa la prima risposta di Al Qaeda al blitz di Abbottabad? O si tratta di qualcosa di radicalmente diverso,  come già si ipotizza memori di passate esperienze? (leggi la vicenda antrace)?  Si attendono i risultati delle prime indagini, delle prime perizie ma intanto l’allarme terrorismo resta alto. Il sindaco di New York ha chiesto ai cittadini la “massima vigilanza”, misure straordinarie sono in vigore nella maggiori città, a cominciare da Washington ma anche  a San Francisco,  Los Angeles,  Chicago,  Filadelfia, Denver, Seattle. E ora qualcuno teme che Obama possa essere costretto a cambiare l’ordine delle priorità di questo suo secondo, difficile mandato .